Il partito di sinistra radicale Syriza si è attestato a poco più del 26%, mentre i socialisti del Pasok hanno ottenuto circa 12%. Nea Dimokratia e Pasok, quindi, hanno assieme la maggioranza per governare, avendo complessivamente oltre 160 seggi sui 300 totali del Parlamento: quanto basta per formare un esecutivo pro-salvataggio e soprattutto favorevole alla permanenza del Paese ellenico nell’euro. Resta comunque un risultato eccezionale quello ottenuto dalla sinistra radicale, così come in Parlamento entrerà il gruppo neo-nazista di Alba Dorata che avrebbe ottenuto circa il 7%, con 10 seggi conquistati.
“Il Paese ha scelto l’euro al quale rimarrà ancorato – ha esultato Samaras nella conferenza stampa post-risultati – e questa è una vittoria per tutta l’Europa”. Di fatto, l’esito delle elezioni greche rappresenta uno spartiacque sia per la Grecia che per il Vecchio Continente: si trattava di scegliere tra “il rispetto degli impegni”, per dirlo con Angela Merkel, o la rinegoziazione dei termini del prestito di salvataggio che ha comportato l’imposizione di severe misure di austerity. La strada resta in salita, ma ad Atene, da oggi, sembrano tutti più rilassati.
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