Lo ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero in un’intervista radiofonica. “Queste risorse non verranno attraverso una riduzione della spesa di assistenza“, ha spiegato. E sui tempi di chiusura del tavolo, il ministro è stato tranchant: penso che ce la faremo entro il 23, ha detto. “Ma posso capire che la reazione inizialmente sia stata uno choc. Ma e’ uno choc positivo che dobbiamo far capire al Paese“.
“Facciamo la riforma sicuramente sapendo che dobbiamo gestire anni di crisi ma la facciamo pensando anche al dopo crisi e pensando a mettere i prerequisiti affinche’ l’Italia si avvii alla crescita“, ha spiegato Fornero. Le risorse, ha aggiunto, “verranno da altri capitoli che sono capitoli di spesa che possono essere ridotti e capitoli di entrata che possono essere aumentati“.
Sulla futura indennita’ di disoccupazione, Fornero ha evidenziato che “oggi abbiamo un mercato che ha un discreto sistema di protezione per un ristretto numero di persone. Noi vogliamo dare un qualcosa che abbiamo chiamato assicurazione sociale per l’impiego per le persone che avevano un lavoro e l’hanno perso e perche’ possano traghettarsi verso un nuovo lavoro. Questo nuovo indennizzo per l’impiego non e’ mai inferiore a quello che e’ oggi l’assegno per mobilita‘”.
Sui 1.100 euro previsti, il ministro ha precisato che si tratta di “un tetto che sale con l’inflazione e non si riduce quando i prezzi salgono. Ma cio’ che e’ importante capire, e che dovra’ cambiare i comportamenti, e’ che le persone in questa situazione siano aiutate non solo dal punto di vista monetario ma anche a cercarsi un nuovo posto“.
Ieri intanto si è svolto l’incontro tra la titolare del Lavoro e rappresentanti dei sindacati e delle imprese (esclusa Confindustria, ma con la presidente Marcegaglia il collegamento telefonico è stato continuo).
“E’ stato un incontro utile, non vi dico nulla di piu’ perche’ le trattative non si fanno sui giornali“, ha commentato il leader della Cgil Susanna Camusso al termine dell’incontro, annunciando che nei prossimi giorni e’ previsto un nuovo appuntamento.
In merito agli argomenti trattati nella riunione il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni si limita a dire “i titoli sono quelli che sapete“, riferendosi alla riforma degli ammortizzatori sociali e a quella dell’articolo 18.
Secondo quanto si apprende, proprio sull’articolo 18 non ci sarebbe stato un no pregiudiziale del sindacato, che, invece, ha mantenuto una posizione “costruttiva“, a quanto pare anche da parte della Cgil. Ai cronisti che chiedevano il motivo di questo no comment compatto il leader della Uil Luigi Angeletti ha spiegato: “abbiamo convenuto con il Governo che i contenuti della conversazione rimarranno patrimonio di coloro che li hanno fatti“.
Per Angeletti la riforma del mercato del lavoro “e’ una trattativa, ancora non stiamo facendo l’accordo e non avrete informazioni finche’ non si chiude“.
E sul fronte delle imprese?
“La situazione è molto complicata. Si è aperto uno spiraglio nel quale speriamo di incunearci. Ma a queste condizioni non firmiamo“, ha detto Mauro Bussoni, direttore di Confesercenti in rappresentanza di Rete Imprese Italia, al termine dell’incontro con Fornero.
“C’è un gravame sul costo del lavoro delle piccole imprese che è insostenibile – ha spiegato Bussoni – con questa riforma chi paga sono le piccole e medie imprese. Abbiamo chiesto interventi compensativi. Nel nostro settore c’è già stato un aumento di contributi per 2,7 miliardi di euro. La riforma costerebbe per le aziende che occupano meno di 15 dipendenti, per un totale di 1,8 milioni di lavoratori, 1,2 miliardi di euro in più l’anno. Si vuole fare cassa con le piccole e medie imprese. Si creano complicazioni in entrata – ha aggiunto Bussoni – esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare. E si creano complicazioni sul contratto a tempo determinato”.
Fortunato Laurendi
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