Concessioni balneari: rinvio gare e indennizzi. Intesa trovata. Le novità

Trovato l’accordo. Per il calcolo indennizzi serviranno i decreti delegati

Chiara Arroi 26/05/22
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L’intesa sull’emendamento per le concessioni balneari nel ddl concorrenza pare sia stata trovata all’interno della maggioranza. A sbloccare il clima rovente creatosi in questi giorni è stata la cancellazione dal documento del riferimento alle modalità di calcolo degli indennizzi ai gestori uscenti.

il dossier l’eliminazione dal testo dei riferimenti alle modalità di calcolo degli indennizzi ai concessionari uscenti che dovranno essere riconosciuti ma saranno definiti coi decreti delegati

Proprio il tema delle liberalizzazioni ha tenuto sotto scacco il voto sul ddl Concorrenza, con all’interno proprio l’approvazione della riforma spiagge, che dal 2024 devono essere messe a gara pubblica.

Il premier Mario Draghi preme apertamente che la questione si chiuda entro maggio. Lo aveva fatto giorni fa chiedendo (tramite lettera alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e avviso ai partiti di maggioranza) di votare il provvedimento entro la fine del mese, pena la richiesta del voto di fiducia (che non verrà più posto).

Il testo è stato presentato in Senato il 3 dicembre 2021 e, a quanto ammonisce Draghi, entro dicembre 2022 vanno approvati anche tutti i decreti attuativi relativi. A rischio i soldi del PNRR.

>> Scopri qui i punti della Riforma concessioni balneari 2024 

L’accordo trovato sulle concessioni balneari

L’accordo nella maggioranza è stato trovato eliminando dall’emendamento ogni riferimento alla modalità di calcolo degli indennizzi ai concessionari uscenti, come era stato scritto nella proposta di mediazione del governo. Si dovrà emanare ora un apposito decreto delegato per definire l’effettivo calcolo.

Nel testo concordato ora viene:

  • confermata la data del 31 dicembre per mettere a bando le spiagge italiane, ma resta la proroga delle concessioni a fine 2024 nel caso in cui emergano contenziosi o difficoltà nell’espletamento delle gare,
  • eliminato il riferimento alla modalità di calcolo indennizzi,
  • tolta anche norma che apriva la porta all’acquisizione di concessioni balneari da parte delle società pubbliche titolari di altre concessioni di diversa tipologia).

Concessioni balneari: la prima proposta del governo

Dai ranghi del governo era arrivata l’ultima proposta di mediazione per serrare il contenzioso, trovare quanto prima un compromesso e procedere all’approvazione del testo.

La richiesta di mediazione, a firma del viceministro al Mise (FI) Gilberto Pichetto Fratin, che a nome dell’esecutivo proponeva:

  • avvio delle gare per assegnare le concessioni balneari entro il 31 dicembre 2023, ma con possibilità per i Comuni di rinviare le procedure al massimo al 31 dicembre 2024, per difficoltà oggettive o la presenza di un contenzioso;
  • indennizzi per ripagare ai gestori uscenti la perdita dell’avviamento o il valore residuo degli investimenti fatti. Da tutto ciò saranno esclusi i beni abusivi. L’indennizzo verrebbe calcolato tenendo conto dei libri contabili o in base a una perizia giurata.

Questa proposta di mediazione è stata discussa tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, il viceministro al Mise Gilberto Pichetto Fratin e i relatori del provvedimento in commissione Industria al Senato, Stefano Collina (Pd) e Paolo Ripamonti (Lega). Inizialmente nulla di fatto sull’intesa, che però è stata trovata proprio nella giornata del 26 maggio, con il testo dell’emendamento modificato e l’accordo tra la maggioranza.

L’emendamento ora, in base all’intesa trovata, passa in Commissione Bilancio per il parere e verrà poi votato in Commissione Industria del Senato. Obiettivo: chiudere l’esame dell’intero ddl concorrenza (di cui ricordiamo le concessioni marittime sono solo una parte inserita nell’articolo 2) per farlo arrivare in Aula lunedì 30 maggio, ed essere votato entro il 31 maggio.

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Chiara Arroi

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