Il decreto in questione permetterà all’Agenzia delle Entrate di controllare una mole di dati che appartengono ai contribuenti: conti correnti, movimenti delle carte di credito, rapporti di lavoro e anche le utenze domestiche.
Data l’imponente quantità di dati personali che passeranno al vaglio della macchina del fisco, è dovuto intervenire il Garante della Privacy suggerendo alcune limitazioni al decreto in via di approvazione. Particolare attenzione è stata infatti posta alle spese sanitarie, grazie alle quali si potrebbe accedere a dati particolarmente sensibili dei contribuenti riguardo alla salute. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il Garante ha chiesto di fare chiarezza su questo punto, ponendo inoltre l’accento sulla necessità di specificare dettagliatamente quali banche dati saranno utilizzate, rappresentando questa nuova arma una grossa minaccia alla Privacy.
Vediamo quindi come funzionerà il nuovo strumento anti-evasione e quali saranno le tempistiche per la messa in moto di questa nuova macchina.
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Fisco, come funzioneranno i nuovi controlli anti-evasione
La nuova arma in mano all’Agenzia delle Entrate consisterà nell’incrocio di diverse banche dati sia dell’Agenzia stessa che della Guardia di Finanza. Si parla dei dati che riguardano i conti correnti degli italiani, ma anche:
- i movimenti della carta di credito,
- spese sanitarie,
- mutui,
- assicurazioni,
- patrimonio mobiliare e immobiliare,
- controlli,
- accertamenti,
- dichiarazioni dei redditi
e altro ancora. Con l’aiuto di algoritmi e intelligenza artificiale verranno generati due “dataset”, due diversi elenchi con compiti differenti.
Il primo “dataset” sarà di analisi, e servirà infatti ad analizzare se esistono rischi di evasione in una platea di contribuenti, sfruttando dei criteri di rischio fiscale.
Il secondo “dataset” sarà invece di controllo. Questa lista conterrà infatti i nomi dei contribuenti che possiedono uno o più rischi fiscali, contribuenti nei confronti dei quali potranno essere effettuati dei controlli e potranno essere inviate lettere di compliance.
Per garantire la Privacy, i nominativi all’interno di questa lista di controllo saranno pseudonomizzati, avranno cioè un nome fittizio. L’identità del contribuente sarà svelata solo nel momento in cui si decide di effettuare il controllo effettivo. Questi elenchi resteranno nelle mani dell’Agenzia delle Entrate per dieci anni.
Fisco, gli impegni anti-evasione nel PNRR
La lotta all’evasione, oltre alla riforma fiscale, sono due dei punti sui quali interviene il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Uno degli obiettivi è infatti quello di aumentare del 20% le lettere di compliance inviate dall’Agenzia delle Entrate, descritto all’interno del PNRR:
“Le comunicazioni per l’adempimento spontaneo (cd lettere di compliance) saranno incrementate, mediante il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche e dell’interoperabilità delle banche dati. L’attuazione di tale processo sarà basata sul miglioramento degli algoritmi di selezione, da un lato, e sull’incremento del personale dedicato a tali attività, dall’altro. Il completamento del processo entro il 2022 consentirà un aumento del 30 per cento delle lettere di compliance inviate, con una riduzione dei “falsi positivi” al 5 per cento e un incremento del 20 per cento degli incassi connessi all’adempimento spontaneo.“
Fisco, le tempistiche per i nuovi controlli
Sempre nel PNRR sono dettate le tempistiche entro cui i nuovi controlli saranno attivi.
“L’obiettivo del potenziamento dei controlli sarà realizzato attraverso selezioni più mirate dei contribuenti a maggiore rischio di evasione, rese possibili dall’applicazione di strumenti di data analysis più avanzati e dall’interoperabilità delle banche dati.
L’interoperabilità delle banche dati sarà favorita dalla pseudonimizzazione delle informazioni, una procedura che, nel rispetto della normativa sulla tutela della riservatezza dei dati personali, consente di ampliare le potenzialità informative nell’utilizzo dei dati.
Il completamento di tale processo avverrà entro il 30 giugno 2022. Assieme al potenziamento delle infrastrutture tecnologiche, il maggiore sfruttamento dei big data consentirà di rendere più efficaci le selezioni dei contribuenti da sottoporre a controllo.”
Con un decreto attuativo in via di rifinitura e il parere del Garante della Privacy, la data del 30 giugno sembra assolutamente concreta. Restano molti dubbi su quanto in fondo il Fisco scaverà nelle vite degli italiani, che si spera verranno risolti presto con la firma del Decreto ad opera del MEF.
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