‘‘Ho gia’ ribadito che occorre avviare un grosso processo di liberalizzazioni, ma a tutto campo, mai guardando solamente a singoli settori”. Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, al termine della sua visita al dipartimento di oncologia pediatrica del policlinico Umberto I di Roma, riferendosi appunto alla “fase 2″ dell’azione di Governo. ”Dobbiamo liberalizzare – sostiene Schifani – sui servizi pubblici locali, sui trasporti, anche sulle grandi produzioni farmaceutiche”. ‘‘Ma mai singoli settori soltanto in maniera tale che nessuno si senta colpevolizzato”, conclude il presidente del Senato.
Il capitolo piu’ denso e’ dunque quello delle liberalizzazioni: ”siamo pronti ad azioni coraggiose” hanno promesso lo stesso Presidente del Consiglio e il superministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, il quale aveva lasciato intendere che sulle liberalizzazioni a gennaio si sarebbero presi provvedimenti presumibilmente riproponendo i provvedimenti tolti dal decreto Salva-Italia (201 del 2011): farmacie, taxi, mentre si dovrebbe intervenire su carburanti, gas, servizi postali e quelli pubblici locali.
Non è esclusa la possibilita’ che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ed ex presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, riesca a preparare e fare approvare gia’ nel prossimo CdM alcune misure, anche per dare una indicazione ai mercati.
Per quanto riguarda il lavoro, accantonato, dopo la retromarcia del ministro Elsa Fornero sulla revisione dell‘art.18, le iniziative del Governo potrebbero prevedere l’intervento sul cuneo fiscale, ovvero la differenza tra la cifra sborsata dall’azienda per le retribuzioni e quello che realmente finisce nelle tasche dei lavoratori. Il ministro del Welfare ritiene opportuno arrivare a un contratto ”vero”, ”non precario” e ”unico” che permetta ai giovani di entrare nel mondo del lavoro con delle certezze e delle garanzie maggiori.
Per il ministro il nuovo contratto, infatti, dovrebbe che si parte con una retribuzione bassa che poi salira’ in relazione alla produttivita”. Mentre ssugli ammortizzatori sociali la strada da percorrere dovrebbe essere quella di arrivare anche in Italia a un vero sistema di sussidi alla disoccupazione, sull’esempio di quello che avviene in altri Paesi europei.
In materia di infrastrutture mediante l’istituzione dell’Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali, a partire dal primo gennaio 2012, ”si porta a compimento, rafforzandolo, il processo di separazione tra soggetto concedente e concessionario, e questo e’ gia’ un grande passo avanti”, ha osservato Passera, ma la parte del leone per far in modo che le grandi opere diventino volano della crescita dovrebbe essere affidata ad una prossima riunione del Cipe e ad un successivo decreto legge per il rilancio del project financing. In campo fiscale, infine, e’ imminente come detto la revisione degli estimi catastali basata sul valore di mercato degli immobili.
Intanto, altri ministri fanno intendere quali sono le intenzioni dell’esecutivo. ”Non abbiamo detto addio alle liberalizzazioni. Le discuteremo e le faremo“, afferma il ministro della salute Renato Balduzzi, che in un’intervista a Repubblica dice si’ al confronto con i farmacisti e assicura che ”Nessuno vuole scardinare il ruolo dei professionisti”. ”Apriro’ un tavolo con tutti i soggetti interessati. Il punto di partenza e’ la necessita’ che siano questi professionisti a dispensare tutti i medicinali.
Ci si divide tra chi pensa che la vendita possa avvenire solo in farmacia, e chi in altri punti vendita”. ”Nella manovra abbiamo inserito un comma per dare la possibilita’ ai farmacisti di fare sconti sui prodotti di fascia C. Si tratta di una novita’ assoluta, che potrebbe rivelarsi importante per i cittadini e anche rappresentare un segnale per dire che non e’ finita qui”, sottolinea il ministro. ”Abbiamo solo iniziato un discorso su cui vogliamo tornare, anche se non e’ detto che ripercorreremo la stessa strada”. Balduzzi interviene anche sul ticket. ”Dobbiamo fare una riflessione con tutte le Regioni per cambiarlo e renderlo piu’ equo”, dichiara. ”Il pagamento non deve essere uguale per tutti, ma va rapportato al reddito familiare e al numero dei figli di ogni coppia”.
Giuseppe Manfredi
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