Solo il Giudice può esigere dall’ISP i dati dei clienti

Ius On line 22/12/11
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Supreme Court of Judicature – Court of Appeal (Civil Division) (Inghilterra)19 dicembre 2001

Parti: Totalise plc v Motley Fool and Interactive Investor

FATTO

Nel caso di specie, alcuni commenti (circa novanta) relativi alla società attrice erano stati pubblicati sulle bacheche dei popolari siti finanziari Motley Fool e Interactive Investor. I commenti erano a firma di un tale Zeddust, utente registratosi con uno pseudonimo, immettendo dati personali falsi.

Totalise era dell’avviso che i commenti postati fossero diffamatori e, pertanto, chiedeva sia a Motley Fool che ad Interactive Investor di rivelare il nome dell’autore. Entrambi rifiutavano la disclosure del soggetto autore della diffamazione (sebbene avessero prima sospeso e poi “bannato” la sua registrazione ai servizi offerti), sulla base del fatto che il Data Protection Act 1998 impediva loro di farlo a meno che l’attrice non avesse ottenuto preventivamente un ordine del tribunale.

DECISIONE

Al termine della controversia, la Corte d’Appello ha accordato l’ingiunzione e ha ordinato la divulgazione del nome dell’autore, ma ha dichiarato che qualora i gestori dei siti avessero rivelato volontariamente – ossia sulla base della mera richiesta della controparte – i nominativi dei presunti responsabili, vi sarebbe stata violazione di un obbligo di legge imposto dalla disciplina sulla tutela dei dati personali.

La Corte è stata dell’avviso che sia stato legittimo, dunque, il rifiuto degli ISP, anche a prescindere dalle condizioni generali di contratto; condizioni che non avrebbero potuto in nessun caso accordare agli ISP stessi il diritto di rivelare le generalità dei clienti, pena la violazione della normativa in materia di tutela dei dati personali.

Testualmente si legge nella decisione che “We also believe that it is legitimate for a party, such as Interactive, who reasonably agrees to keep information confidential and private to refuse to voluntarily hand over such information. That we believe was applicable to this case. Despite the submissions of Mr Moloney as to the effect of clause 12 of Interactive’s Terms and Conditions, we are not convinced that Interactive were free to hand over the material without coming to a view on the merits. That was not their task. The position could have been different, if they were in some way implicated or involved in the wrongful act”.

Il Data Protection Act 1988 prevede, alla § 35, che i dati personali degli utenti possano essere rivelati solo in presenza di un’espressa previsione legislativa che consenta tale disclosure.

Allo stesso tempo, la Corte ha accolto l’ulteriore eccezione sollevata dai convenuti, che, nelle proprie difese, si erano appellati al § 10 del Contempt of Court Act 1981 che stabilisce che un giudice possa ordinare ad un soggetto di rivelare i dati personali raccolti nel solo caso in cui, a giudizio della Corte stessa, la divulgazione sia necessaria per finalità di di sicurezza nazionale o per la prevenzione dei reati (“No court may require a person to disclose¡K the source of information contained in a publication for which he is responsible, unless it can be established to the satisfaction of the court that disclosure is necessary in the interests of justice or national security or for the prevention of disorder or crime”).

Il testo integrale della decisione è disponibile qui

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