A seconda dei casi, i rimborsi (che possono derivare anche da versamenti in eccedenza di varie imposte) possono essere chiesti o direttamente con la dichiarazione dei redditi, o tramite specifica domanda.
In alternativa al rimborso è possibile utilizzare il credito che risulta dalla dichiarazione, per pagare tramite compensazione, oltre all’Imu, anche le altre imposte che possono essere versate con il modello F24.
Modello 730: accredito per i dipendenti e pensionati
Per chi presenta il modello 730, e dallo stesso scaturisce un rimborso, sarà il datore di lavoro ad effettuare gli accrediti a partire dalla retribuzione di competenza del mese di luglio.
Relativamente ai pensionati, tali operazioni sono effettuate a partire dal mese di agosto o di settembre.
Modello 730: cosa fare per rimborso in ritardo
Se il rimborso non viene effettuato o vi sono dei ritardi, ci si deve rivolgere all’Agenzia delle Entrate del luogo di residenza e in questo caso, si dovrà allegare una certificazione con cui il datore di lavoro o l’ente pensionistico attesti di non aver eseguito il conguaglio e di non aver quindi, rimborsato le imposte.
L’Agenzia delle Entrate, entro 4 mesi dal termine previsto per la trasmissione del modello 730, oppure dalla data di trasmissione, se successiva a questo termine, può effettuare dei controlli preventivi anche documentali sulle dichiarazioni che presentano elementi di incoerenza o determinano un rimborso di importo superiore a 4.000 euro.
Il rimborso che risulta spettante al termine delle operazioni di controllo preventivo, è erogato dall’Agenzia delle Entrate entro il sesto mese successivo al termine previsto per la trasmissione della dichiarazione, ovvero dalla data della trasmissione, se questa è successiva al termine ordinario.
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Rimborso: cosa fare in assenza di sostituto d’imposta
Se manca il sostituto d’imposta, e dalla dichiarazione presentata emerge un credito, il rimborso in questo caso verrà eseguito direttamente dall’Amministrazione finanziaria. Il contribuente dovrà fornire all’Agenzia delle Entrate le coordinate del suo conto corrente bancario o postale (codice IBAN), e il rimborso verrà accreditato su quel conto.
Presentazione del modello Redditi
Se al posto del modello 730 si utilizza per obbligo perché si è lavoratori autonomi, o per opzione, il modello redditi, il contribuente dovrà indicare nel quadro RX del modello, di voler ricevere il rimborso dell’eventuale credito. Se non viene effettuata alcuna indicazione, l’alternativa è quella del riporto del credito all’anno successivo o la sua compensazione con altri tributi da versare. Anche in questo caso, dopo gli opportuni controlli, la somma è direttamente rimborsata dall’Agenzia.
Vi sono alcuni casi in cui, in presenza di versamenti non dovuti o eccedenti l’importo dovuto, è necessario presentare una istanza di rimborso entro un determinato termine dal versamento, e a pena di decadenza del rimborso.
Per le imposte sui redditi, le ritenute operate dal sostituto d’imposta, le ritenute dirette operate dallo Stato e da altre P.A., il termine di decadenza è di 48 mesi, per le imposte indirette (registro, successioni e donazioni, bollo) il termine è di 36 mesi.
L’istanza di rimborso deve essere presentata in carta semplice, all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente in base al domicilio fiscale del contribuente al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi da cui scaturisce il rimborso (o, per le imposte indirette, all’ufficio dove è stato registrato l’atto o la successione), e deve contenere i motivi in base ai quali si ritiene di aver diritto allo stesso.
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Si dovrà in particolare allegare all’istanza le distinte dei versamenti eseguiti o le certificazioni delle ritenute subite. Contro il provvedimento di rifiuto della domanda è possibile presentare ricorso alla Commissione tributaria provinciale entro 60 giorni dalla notifica del rigetto.
Modello 730: come evitare ritardi nei rimborsi
Per evitare ritardi nei rimborsi richiesti con il modello Redditi (che comunque hanno tempi più lunghi rispetto a chi presenta il modello 730) sarà necessario principalmente comunicare con tempestività all’Agenzia delle Entrate il proprio codice iban, o pensare di riportare il credito spettante all’anno successivo. Per verificare lo stato dei rimborsi si potrà contattare l’Agenzia delle Entrate, o controllare l’apposita sezione “Rimborsi” del proprio cassetto fiscale.
Accredito dei rimborsi sul conto corrente
I contribuenti che vogliono ottenere l’accredito dei rimborsi fiscali sul conto corrente bancario o postale, possono farne richiesta in qualsiasi momento, utilizzando l’apposito modello.
Nella richiesta vanno indicati i dati relativi a un conto corrente intestato o cointestato al beneficiario del rimborso indicando in particolare, il codice Iban.
Per le operazioni di accredito su conti correnti esteri, vanno indicati la denominazione della banca, l’intestatario del conto corrente, il codice BIC e l’IBAN (se UEM) oppure le coordinate bancarie (se extra UEM) e l’indirizzo della banca.
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La richiesta di accredito può essere effettuata:
- comunicando le proprie coordinate bancarie direttamente on line, tramite la specifica applicazione;
- presentando l’apposito modello presso un qualsiasi Ufficio Territoriale dell’Agenzia delle Entrate esibendo un documento d’identità in corso di validità, la cui fotocopia andrà allegata al modello.
Volendo utilizzare il servizio web, è necessario registrarsi ai servizi telematici. Il servizio consente a tutti i contribuenti che devono ricevere delle somme dall’Agenzia delle Entrate di farsi accreditare gli importi direttamente sul proprio conto corrente bancario o postale.
L’accredito in conto corrente è l’unica modalità che l’Agenzia può adottare per eseguire con sicurezza e senza ritardi alcuni pagamenti.
E’ possibile modificare o cancellare le coordinate già comunicate, per modificare i dati del proprio conto corrente, è sufficiente inserire il nuovo codice Iban e il sistema lo utilizzerà automaticamente, se lutente cancella le proprie coordinate bancarie o postali, l’Agenzia utilizzerà i tradizionali sistemi di pagamento (generalmente vaglia cambiari non trasferibili della Banca d’Italia).
Come sono pagati i rimborsi
Dopo aver riconosciuto il diritto al rimborso, l’Agenzia delle Entrate dispone la restituzione delle somme secondo le modalità indicate dal contribuente e in base all’importo da pagare.
Se il contribuente ha fornito alla stessa Agenzia le coordinate del suo conto corrente bancario o postale, il rimborso, qualunque sia l’importo, viene accreditato su quel conto, è tuttavia necessario che il beneficiario del rimborso coincida con l’intestatario (o uno degli intestatari, in caso di conto corrente cointestato) del conto corrente altrimenti il rimborso non viene effettuato.
Se non sono state fornite le coordinate bancarie o postali, il rimborso viene erogato con modalità diverse che dipendono dalla somma da rimborsare.
Per gli importi fino a 999,99 euro, comprensivi di interessi, il contribuente riceverà un invito a presentarsi in un qualsiasi ufficio postale presso il quale, esibendo un documento d’identità, potrà riscuotere il rimborso in contanti. Chi si presenta in qualità di delegato, insieme alla delega compilata in ogni sua parte, deve esibire anche il documento d’identità del delegante.
Per gli importi oltre 999,99 euro e fino a 51.645,69 euro, comprensivi di interessi, il contribuente riceverà un invito a comunicare le coordinate del proprio conto corrente, unitamente a un modello da compilare e consegnare, entro il termine indicato, presso un ufficio postale.
Se il contribuente non consegna il modello e non fornisce le coordinate del proprio conto, il rimborso viene eseguito con l’emissione di un vaglia della Banca d’Italia.
Per gli importi superiori a 51.645,69 euro, comprensivi di interessi, e per i rimborsi di soli interessi di qualsiasi importo, la restituzione avviene, per motivi di sicurezza, esclusivamente tramite accredito su conto corrente bancario o postale.
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Nel nostro ordinamento tributario, la tensione tra Fisco e contribuente raggiunge livelli particolarmente elevati quando si tratta di procedure di rimborso, soprattutto nel caso di quelle relative al rimborso da dichiarazione dei redditi.Nel volume i complessi e, talvolta, controversi risvolti applicativi della disciplina normativa sono puntualmente analizzati privilegiando tutti quegli aspetti che presentano maggiore criticità. I temi trattati sono supportati anche dai contributi resi dalla dottrina, dalla giurisprudenza e dalla prassi di settore, per offrire un quadro completo dell’argomento, utile a chi desideri approfondire maggiormente la materia. Le tante fasi operative delle procedure di rimborso sono sintetizzate nei vari passaggi temporali di esecuzione, secondo l’iter dettagliatamente descritto anche nel sito web dell’Agenzia delle entrate.ARGOMENTI TRATTATI- Legittimazione del diritto al rimborso – Il rimborso nell’obbligazione tributaria – I rimborsi derivanti dalla dichiarazione dei redditi – Modalità di trattazione dei rimborsi- I rimborsi automatizzati – I rimborsi semi-automatizzati – Casistica pratica- Riferimenti normativi, di prassi e di giurisprudenzaANTONINA GIORDANO Giornalista e tributarista. Direttore tributario presso il MEF ha ricoperto prestigiosi incarichi presso l’Agenzia delle entrate dove, tra l’altro, per anni ha scritto moltissimi articoli, risposto ai quesiti dei contribuenti nella redazione della rivista Fiscooggi e tenuto interviste per programmi RAI. È autrice di oltre 1.500 articoli e di 17 libri in materia economico-tributaria, pubblicati dalle maggiori editrici di settore (ex multis: Centro Ricerca Documentazione economica e finanziaria del MEF, Ente editoriale della Guardia di Finanza, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, MAGGIOLI, IPSOA, Wolter&Kluver, CESI multimedia, ARACNE, LA TRIBUNA, Tombolini, RATIO , GIURETA).
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