La registrazione di un brand però non è immediata come si potrebbe pensare, e richiede attenzione e una buona dose di riflessione prima di procedere. Andiamo a vedere cosa bisogna sapere per registrare un marchio unico e vincente.
Scegliere un marchio forte
La prima distinzione da fare è quella fra marchio debole e marchio forte. I primi sono quei brand talmente generici da essere praticamente inutilizzabili. Immaginate ad esempio di voler proporre un servizio di consulenza SEO. Se volete pubblicizzarvi su Google, potrebbe venirvi in mente di registrare un marchio che venga trovato subito dai motori di ricerca, come ad esempio “consulenza SEO per imprenditori”. Sappiate che non c’è niente di più sbagliato. Innanzitutto, nessun Ufficio Brevetti registrerebbe mai un marchio così generico, perché equivarrebbe a togliere ai vostri concorrenti la possibilità di utilizzare quelle parole per sé. Senza contare che proteggere un marchio del genere sarebbe assolutamente impossibile: le aziende che si occupano di consulenza SEO sono virtualmente milioni. Come ci si potrebbe aspettare che nessuna utilizzi più il termine “consulenza SEO” per pubblicizzare i propri servizi?
I marchi forti, al contrario, sono quelli che si distinguono subito dalla concorrenza, e che non hanno attinenza con il prodotto a cui si riferisce. Facciamo un esempio famosissimo: la Apple. Apple (“mela” in inglese) è naturalmente una parola di uso comune. Ma utilizzata nel contesto dell’informatica diventa qualcosa di unico, che contraddistingue subito una determinata azienda. Non c’è possibilità di confusione: ecco perché il brand può definirsi “forte”, perché è sostanzialmente unico nel mercato a cui si riferisce.
Quando pensate al marchio che volete registrare, evitate di essere generici. Puntate sull’originalità, su qualcosa che permetta ai clienti di identificarvi subito e di pensare a voi appena vede il vostro simbolo. In questo caso, la capacità di astrazione è una caratteristica vincente.
Evitare sovrapposizioni
Uno degli errori più comuni che si possono fare quando si vuole registrare un marchio è pensare che solo uno identico al proprio possa causare un problema. In realtà, se esistono marchi già registrati che contengono in parte (o completamente) al loro interno il vostro, sarebbe il caso di ripensarci seriamente, e magari chiedere aiuto a un consulente. Tornando all’esempio precedente, sarebbe meglio evitare di registrare un brand come “SuperSEO” se esiste già “SuperSEO services”. C’è possibilità di confusione, e ciò potrebbe portare a eventuali usi non autorizzati (a volte anche non intenzionali) del marchio concorrente. Soprattutto, sarebbe tutt’altro che un marchio forte, perché non avrebbe unicità, e i clienti potrebbero facilmente confondersi, cosa che di sicuro contribuirebbe pesantemente all’insuccesso di qualunque attività imprenditoriale. In questi casi, uno strumento utilissimo a cui fare ricorso è la verifica dei marchi registrati, per assicurarsi che non esistano omonimie o sovrapposizioni.
Registrare il marchio al più presto
Procedere subito alla registrazione del proprio brand è di fondamentale importanza. Non bisogna pensare che una volta raggiunto un certo grado di notorietà un marchio si “autotuteli”. Certo, la legislazione prevede che quei marchi estremamente riconoscibili possano venire tutelati anche se non registrati, ma si tratta di casi rarissimi e comunque difficilmente valutabili. Senza contare che, se il proprio marchio non è stato registrato debitamente, per tutelarlo saranno necessarie strategie di altro tipo, sicuramente più costose e impegnative.
Sorvegliare sempre il proprio marchio
L’onere di difendere un marchio spetta non agli Uffici, ma ai proprietari. Ecco perché, se domani andassimo all’Ufficio Brevetti cercando di registrare un marchio come “Microsoft” per un’azienda di PC, la nostra richiesta verrebbe accettata senza molti problemi. Deve essere il proprietario originale del marchio a contestare la nostra domanda che, in tal caso, verrebbe di sicuro rigettata. La stessa cosa naturalmente vale anche per le piccole aziende: una volta raggiunto un certo grado di notorietà, potete star sicuri che qualcuno cercherà di approfittarne. Per questo è necessario sorvegliare attentamente l’unicità del vostro marchio, segnalando subito la presenza di brand simili o addirittura identici. Uno dei modi migliori per farlo è rivolgersi a studi professionistici specializzati in quelli che vengono chiamati “servizi di sorveglianza”. In questo modo, si verrà informati appena qualcuno deposita all’Ufficio Brevetti un marchio identico al proprio, potendo agire di conseguenza tramite l’opposizione alla registrazione.
Il caso “CHIARA”
Tutti conoscono Chiara Ferragni, la blogger e influencer che con milioni di follower ha creato una vera e propria azienda attorno al suo nome. Eppure, vi stupirà sapere che la stessa ha avuto non pochi problemi a cercare di registrare come marchio il proprio nome e cognome. Sembra assurdo, ma è così. La società olandese “Chiara”, registrata nel 2015, aveva infatti presentato un’opposizione al marchio “Chiara Ferragni”, temendo eventuali confusioni tra i due. L’Ufficio UE per la proprietà intellettuale (EUIPO) aveva dato ragione al marchio olandese per ben due volte. Solo pochi giorni fa, dopo un ricorso al Tribunale di primo grado dell’Unione Europea, è stato possibile registrare il marchio Chiara Ferragni.
Come potete vedere, depositare un marchio non è affatto facile, e persino registrare il proprio nome e cognome potrebbe rivelarsi più difficile del previsto. Ecco perché è necessario informarsi a fondo prima di procedere, e non dare nulla per scontato.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento