Nelle ultime ore invece il governo sembra disponibile ad introdurre alcune correzioni, per placare gli animi europei aprire un tavolo di discussione in merito alla manovra: resta il totem del 2,4% ma si fa avanti l’idea di una diminuzione del deficit dal 2020.
E questa mattina Di Maio ha spiegato: “La cifra del 2,4% è confermata nel 2019: per quanto riguarda il 2020 e il 2021 stiamo pensando all’abbassamento del debito e la crescita del Pil con tagli massicci a sprechi”.
Sempre oggi Salvini ha confermato che si tratta di una manovra coraggiosa per mantenere i sacri impegni presi con gli italiani: “Me ne frego delle minacce dell’Europa, negli anni futuri puntiamo che scendano deficit e debito“, ribadisce il ministro dell’Interno, che poi è tornato ad attaccare Juncker.
Ospite di Confindustria, il ministro dell’Economia Giovanni Tria ribadito che il governo è impegnato a ridurre il debito verso l’obiettivo concordato con l’Europa. Nel 2019 ci sarà “uno scostamento dagli obiettivi concordati con la commissione europea dal precedente governo”, ma “ci sarà poi un graduale ridursi del deficit negli anni successivi”. In ogni caso, ha detto, “non mi pare che questo sia un governo dalla finanza allegra” nè che “per finanziare le promesse elettorali facciamo saltare i conti” perchè “abbiamo ereditato dal governo precedente un deficit al 2%”.
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Verso l’ora di pranzo si tiene un nuovo vertice sulla manovra a Palazzo Chigi. La composizione dovrebbe la stessa della riunione di ieri sera: al tavolo potrebbero quindi sedere, oltre al premier Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il titolare del Mef Giovanni Tria e il ministro degli Esteri Enzo Moavero. Si lavora alla definizione delle cifre del Def: non sarebbe ancora definito il meccanismo per accelerare la riduzione del debito nel triennio.
La linea su cui si sta assestando il Governo sembra quella di tenere nel 2019 il deficit al 2,4 per cento per avviare subito Quota 100 e reddito di cittadinanza, salvo poi garantire all’Europa una discesa accelerata del debito, abbassando probabilmente il deficit per il 2020 e 2021 sotto al 2,4 per cento.
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