Come a tutto però, anche in questi casi ci sono eccezioni che confermano la regola generale. Esistono cioè delle situazioni in cui i cittadini possono essere giustificati durante la loro assenza nelle ore di reperibilità o addirittura possono essere esonerati dall’obbligo di reperibilità.
Cerchiamo quando di capire meglio quando tutto ciò può avvenire senza incorrere in sanzioni.
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Visita fiscale in malattia: quali orari di reperibilità
In quali fasce orarie il dipendente deve farsi trovare a casa, nel caso di visita di accertamento fiscale? Innanzitutto grandi novità sono entrate in vigore nel pubblico impiego.
Come poi ha chiarito la stessa Inps con una circolare esiste ancora la distinzione tra dipendente pubblico e privato. Nello specifico:
- I dipendenti pubblici devono essere reperibili a casa nella fascia oraria dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, sia nei giorni feriali che nei giorni festivi, per un totale di 7 ore di reperibilità;
- I dipendenti privati invece devono essere reperibili dalle 10 alle 12e dalle 17 alle 19, anche per loro vale la reperibilità sia nei giorni lavorativi che in quelli festivi.
Attenzione poi ai falsi miti, perché la visita fiscale può essere richiesta, e quindi svolta, sin dal primo giorno di malattia.
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Visita fiscale in malattia: cosa rischio se non sono in casa
Mettiamo che una visita fiscale arrivi proprio nel momento in cui sei uscito a fare la spesa. Cosa può succedere? Cosa si rischia se un controllo medico fiscale non ti trova in casa mentre sei in malattia? Succede che andrai incontro a sanzioni certe in base al tipo di violazione commessa.
- Assenza alla prima visita. In questo caso scatta la perdita totale di qualsiasi trattamento economico per i primi 10 giorni di malattia. Questo indipendentemente dal fatto che si è davvero malati. La sanzioni infatti viene emessa per il solo fatto che non si è stati ligi al dovere di reperibilità, anche se la malattia esiste davvero;
- assenza alla seconda visita. Oltre alla perdita totale di qualsiasi trattamento economico per i primi 10 giorni di malattia, si avrà anche la riduzione del 50% del trattamento economico per il residuo periodo;
- assenza alla terza visita. Se si è recidivi, l’indennità INPS viene interrotta da quel momento e fino al termine del periodo di malattia: si considera in pratica il mancato riconoscimento della malattia ai fini dell’erogazione dell’indennità.
l dipendente ha inoltre 15 giorni di tempo per comprovare la propria assenza ed evitare la sanzione.
Senza contare poi che anche il proprio datore di lavoro può agire contro il dipendente furbetto:
- licenziandolo per giusta causa
- optando per altre sanzioni di carattere disciplinare (sospensione dal soldo, ecc)
Visita fiscale in malattia: ci sono casi di assenza giustificata?
A tutto ciò tuttavia esiste una via d’uscita, anche se non sempre e non per tutti. Ci sono casi in cui ci si può assentare in maniera giustificata, ma si devono rispettare dei paletti:
- lo si può fare per ragioni di carattere urgente;
- queste devono essere tempestivamente e prima di uscire da casa propria comunicate al datore di lavoro e provate con documenti. Se lo si comunica dopo si devono sempre portare le prove documentali dei motivi. Una ragione ad esempio può essere un improvviso ricovero d’urgenza (ecco allora che bisognerà presentare la documentazione rilasciata dall’ospedale);
- possono essere sia ragioni dovute ad urgenze mediche sia motivi giustificati (preventivamente però comunicati): visite urgenti a parenti malati, ricoveri urgenti di parenti, ecc.
Malattia: si può chiedere l’esonero dalla visita fiscale?
Oltre all’assenza giustificata, che di per sé rappresenta un’eccezione alla regola della reperibilità, esistono casi in cui si può chiedere l’esenzione completa dalla visita fiscale in caso di malattia. E questo vale sia per i dipendenti pubblici sia per quelli del settore privato.
Ecco in quali casi si può chiedere e ottenere l’esenzione:
- patologie gravi che richiedono terapie salvavita, comprovate da idonea documentazione rilasciata dalla struttura ospedaliera (dialisi, chemioterapia, ecc);
- gravidanza a rischio;
- infortuni sul lavoro;
- malattie per le quali è stata riconosciuta lacausa di servizio (soprattutto nel caso dei dipendenti pubblici);
- stati patologici – sottesi o connessi – con invaliditàriconosciuta che ha determinato una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 67%.
Quali sono questi stati patologici? Eccone alcuni:
- Sindromi vascolari acute con interessamento sistemico;
- Emorragie severe/infarti d’organo;
- Insufficienza renale acuta;
- Insufficienza respiratoria acuta anche su base infettiva (polmoniti e broncopolmoniti severe, ascesso polmonare, sovrainfezioni di bronchiectasie congenite, fibrosi cistica);
- Fibromalgia;
- Altre malattie acute con compromissione sistemica (a tipo pancreatite, mediastinite, encefalite, meningite, ecc.) per il solo periodo convalescenziale;
- Insufficienza miocardica acuta su base elettrica (gravi aritmie acute), ischemica (infarto acuto), meccanica (defaillance acuta di pompa) e versamenti pericardici;
- Cirrosi epatica nelle fasi di scompenso acuto;
- Gravi infezioni sistemiche fra cui AIDS conclamato;
- Ipertensione liquorale endocranica acuta;
- Malattie dismetaboliche in fase di scompenso acuto;
- Malattie psichiatriche in fase di scompenso acuto e/o in Tso;
- Neoplasie maligne
Visita fiscale: come richiedere l’esenzione
Chi ritiene di poter chiedere l’esenzione dalla visita fiscale in malattia deve inviare l’idonea documentazione medica relativa alla patologia, sia al datore di lavoro sia all’Inps.
In conclusione quindi la visita fiscale può essere evitata solo in due modi:
- per assenza giustificata
- per esonero
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