Così il vicepremier, Luigi Di Maio, ha commentato, intervistato a L’aria che tira. Alla domanda se sulla questione si sia messo d’accordo con Matteo Salvini, Di Maio ha risposto: “assolutamente. Anche nella mozione che abbiamo votato in Parlamento è prevista una gestione pubblica nel futuro”.
Di Maio ha garantito che l’accordo con la Lega c’è tanto è vero che “anche la mozione parlamentare dice questo”.
L’iter di revoca della concessione intanto continua.
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Le concessioni di lavori e di servizi nel Codice dei contratti pubblici
L’oramai cronico stato di crisi della finanza pubblica rende inevitabile la crescita dell’interesse verso forme contrattuali che prevedono l’intervento di capitali privati; tra queste, la concessione, tanto di lavori che di servizi, sembra l’unica ad aver raggiunto un sufficiente grado di sviluppo della relativa disciplina, che poco o nulla dipende da ulteriori interventi regolatori del Governo e/o dell’ANAC, ai quali resta invece subordinato il completamento della disciplina del contratto di appalto. Pertanto, da modello quasi residuale, utilizzato da pochi “grandi committenti” per operazioni di grande rilievo economico- sociale, la concessione si sta diffondendo presso le amministrazioni locali, anche di dimensioni modeste, come risposta al fabbisogno di servizi pubblici essenziali, quali i servizi scolastici, i servizi sportivi e quelli cimiteriali, solo per citarne alcuni.Tanto comporta la necessità di indagare approfondita- mente le peculiarità del modello negoziale della concessione di lavori e di servizi, soprattutto al fine di evitare che la sua indubbia attrattività non faccia perdere di vista le insidie che lo stesso nasconde e le difficoltà che incontra chi voglia assicurargli la capacità di resistere nel tempo alla inevitabile mutevolezza del ciclo economico.
Alberto Costantini | 2018 Maggioli Editore
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