Pensioni, Quota 100: ecco i costi previsti dall’Inps e gli scenari

Redazione 17/07/18
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È guerra aperta di parole e numeri tra il governo legastellato e L’Inps sulla riforma pensioni, in particolare sulla Quota 100 e 41. Dopo la bagarre creata dal Decreto Dignità e le misure sul lavoro – che secondo l’Inps creeranno un’emorragia di 8 mila posti di lavoro l’anno – continua a restare alto anche l’allerta dell’Inps e del suo titolare – Tito Boeri – sui costi della riforma del sistema previdenziale italiano.

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Lo scenario paventato dall’Inps si basa su numeri e cifre previsionali raccolti e prendono di mira soprattutto la Quota 100 per tutti i cittadini, che assicurerebbe a tutti una modalità di uscita anticipata da lavoro, raggiunta la soglia 100, data dalla somma età anagrafica + contributi.

I costi preventivati dall’Inps partono da una cifra base di 4 miliardi, che potrebbero però arrivare fino a 14 miliardi di euro l’anno per le casse dello Stato. Tito Boeri in persona, ha stimato circa un milione e 172 mila  pensionati (e assegni di pensione da erogare) in più all’anno.

Ovviamente al momento Quota 100 è solo uno dei possibili scenari sulle pensioni, che il Governo Conte – su forte impulso dei due vicepremier – Luigi Di Maio e Matteo Salvini – sembrerebbe intenzionato realizzare, smantellando pezzo a pezzo la Riforma Fornero.

Le elaborazioni delle cifre sono state pubblicate nell’Allegato tecnico alla relazione che il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha presentato al Parlamento ai primi di luglio, in cui già si parlava del costo minimo e massimo di ‘quota 100’ guardando al 2028. Nelle tabelle caricate sul sito web dell’Istituto è ora possibile vedere anno per anno cosa potrebbe succedere, sia in termini di spesa sia di pensionamenti.

Riforma pensioni: i 4 scenari previsti dall’Inps

  1. In primis, 41 anni di anzianità e insieme a quota 100 senza un requisito di età farebbe salire i costi a quasi 14,4 miliardi già in partenza, per poi sfiorare i 21 miliardi annui di euro nel 2028. Gli assegni in più sarebbero 751 mila nel 2019.  “Dall’elaborazione – come si legge nella nota tecnica – risulta che la modifica comporta un onere complessivo pari a circa 6,0 punti percentuali rispetto al Pil previsto per l’anno 2018″.
  2. Se si immagina la soglia di accesso alla pensione a 65 anni, ci sarebbe una spesa immediata di 10,3 miliardi di euro, che poi aumenterebbero a 16, 5 miliardi. Gli esborsi dedicati al pensionamento aumenterebbero da 519 mila a 896 mila.
  3. Un altro scenario prevederebbe invece il raggiungimento della quota 100 con 64 anni minimi di etàe il mantenimento delle norme già in vigore riguardo l’anzianità: quindi gli uomini andrebbero in pensione dopo 43 anni e 3 mesi di contributi e le donne dopo 42 anni e 3 mesi. In questo caso la spesa salirebbe nei 12 mesi successivi alla nuova normativa a più 4,6 miliardi fino ad arrivare a 8 miliardi in più nel 2028. In dieci anni quindi il maggior numero di pensioni andrebbe dalle 258 mila alle 450 mila.
  4. Quota 41 e Quota 100 con requisito d’età a 64 anni invece farebbe salire il costo a 11,6 miliardi nel solo 2019, con circa 596 mila assegni di pensione in più.

Insomma i costi complessivi si aggirerebbero tra i 4 e i 14 miliardi di euro e Luigi Di Maio ha detto, in questi giorni, che il governo “è a lavoro” e sta “valutando: non tutte le possibili combinazioni sono convenienti”. Ma anziché entrare nei particolari, il ministro del Lavoro ha deviato il discorso sulla volontà del governo di abolire già nelle prossime settimane “le pensioni d’oro o di privilegio”.

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