Ad annunciarlo è il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, al termine della discussione generale sul provvedimento, svoltasi questa mattina in Senato. Il voto è previsto nella mattinata di domani, intorno alle 10.
La norma sub judice dell’Aula di Palazzo Madama consente di allungare l’elenco dei testi ammessi a difesa.
Verrebbe in pratica eliminato il filtro per chiamare testimoni già sentiti “in analogo procedimento” a difesa.
Il giudice non avrebbe più la facoltà di impedire le testimonianze in un processo, già acquisite in altri processi per lo stesso reato a carico di imputati diversi, ma collegati, e passati in giudicato.
Sul ddl processo lungo pende anche la possibile bocciatura del Consiglio superiore della magistratura: è stata infatti presentata una proposta di risoluzione estremamente dura, firmata da cinque consiglieri in rappresentanza di tutte le correnti togate e dei membri laici di centrosinistra.
La risoluzione giudica “dirompente” il provvedimento per “l’evidente capacità di rallentare a dismisura la durata di tutti i processi penali attualmente in corso fatta eccezione per quelli per i quali sia stato già chiuso il dibattimento di primo grado“, sottolineando come il ddl abbia “dirette ricadute sul cuore dell’attività giudiziaria“, tali da rendere “necessario” che il Plenum intervenga.
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