Legge 104: Com’è regolato il permesso per assistere i disabili

Il lavoratore con diritto a permessi retribuiti, può assistere un familiare disabile in vacanza?

Redazione 11/05/18
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La normativa attuale fornisce alcune indicazioni sui permessi e il congedo straordinario Legge 104 per assistere un familiare disabile. Innanzitutto bisogna specificare che questi permessi contemplano esclusivamente assenze dal lavoro atte ad assistere il disabile. Ciò non significa che il familiare disabile si possa assistere sempre e comunque, ma neanche che possa essere lasciato senza alcuna assistenza.

Se il lavoratore che ha diritto ad usufruire il congedo straordinario Legge 104, lo sfrutta per andarsene in vacanza, non ci troviamo semplicemente di fronte ad un abuso, ma ad una vera e propria truffa aggravata. Fattispecie che legittima il licenziamento dell’interessato.

Potrebbe capitare anche che il disabile abbia bisogno di andare in vacanza. In quel caso, il lavoratore che intende accompagnarlo, è costretto a richiedere le ferie al suo datore di lavoro o può avvalersi, invece, del congedo straordinario Legge 104? La normativa e la giurisprudenza non si pronunciano in maniera esplicita su casi di questo tipo. Però si deve tener conto che, come abbiamo detto, permessi e congedo retribuito sono indirizzati alla sola assistenza del disabile. Basandoci su questo principio, appellarsi al congedo e ai permessi Legge 104 per accompagnare il proprio familiare disabile in vacanza, non dovrebbe costituire un comportamento illegittimo. Se poi, si sfrutta il familiare disabile per andare in vacanza e delegare l’assistenza a terzi, cambia radicalmente il discorso.

Per capire nel dettaglio, occorre sapere bene in cosa consiste il congedo straordinario ed i permessi Legge 104.

Permessi Legge 104: come funziona?

Chi assiste un familiare disabile grave riconosciuto ai sensi della Legge 104, ha il diritto ad usufruire di permessi retribuiti pari a 3 giorni al mese che possono essere conteggiati anche ad ore. I permessi Legge 104 vengono retribuiti dall’Inps, quindi per averne diritto occorre fare la domanda direttamente all’istituto, oltre ad indirizzare la domanda anche al proprio datore di lavoro. Questi permessi possono essere richiesti anche nel caso in cui si abita lontano dal disabile, a patto che sia assicurata assistenza nei suoi confronti.

Congedo straordinario Legge 104: come funziona?

Il congedo straordinario Legge 104 è previsto dal Testo Unico Maternità Paternità e permette di potersi assentare dal lavoro per una durata massima di due anni nell’intera vita lavorativa. Possono appellarsi a questo congedo solo coloro che, da lavoratori, assistono un familiare con disabilità grave sancita dalla Legge 104. Si deve tener presente che una persona con disabilità non può essere assistito nello stesso momento da due lavoratori in congedo straordinario: per ogni disabile, inoltre, sono concessi in tutto due anni di congedo. In questo caso l’astensione dal lavoro non può essere frazionata ad ore, ma solo a giorni. L’assenza lavorativa  per congedo straordinario viene retribuita attraverso un’indennità che corrisponde alle voci fisse e continuative dell’ultimo stipendio e prevede il diritto all’accredito dei contributi figurativi ai fini pensionistici (si applica un tetto massimo, valido sia per l’indennità che per la contribuzione figurativa).  Per aver diritto al congedo straordinario la convivenza col disabile è un requisito importante.

Sia il permesso che il congedo Legge 104 sono delle assenze retribuite con differente durata, ma stessa finalità: assistere il disabile. L’assistenza deve essere effettiva e continuativa, ma non per forza 24 ore su 24: ci si può anche riposare.

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