In attesa che il TAR Lazio, nelle prossime settimane, dichiari, come ci si augura, l’illegittimità dell’intera disciplina italiana voluta dalla SIAE e concessale, come regalo di Natale, dall’allora Ministro Bondi, conviene, quindi, dar conto di questa novità annunciata – come sempre in sordina – dalla nostrana Società Italiana autori ed editori attraverso un aggiornamento, non segnalato neppure in home page, sul proprio sito internet.
La nuova “graziosa” esenzione, concerne, a ben vedere, meno dell’ovvio, ovvero il diritto di non versare alcun equo compenso in relazione alla compravendita di supporti – peraltro solo se CD-r e/ DVD-r – “esclusivamente utilizzati per l’attività di diagnostica medica strumentale”.
Per accedere all’esenzione – che, giova ribadirlo, non fa che recepire un principio di ben più ampia portata già sancito dalla legge – peraltro, le imprese interessate dovranno sottoscrivere un apposito protocollo con la SIAE, impegnandosi, nei confronti di quest’ultima, a porre in essere una lunga sequenza di adempimenti burocratici amministrativi ed a riconoscerle il diritto di accesso, per finalità di ispezione, presso tutti i propri stabilimenti, depositi e magazzini.
Fa sorridere il “wording” scelto dagli estensori del protocollo per definirne l’oggetto: “Le parti convengono di esentare dal pagamento del compenso di copia privata i supporti vergini (cd-r e dvd-r), di cui al punto 2.1, che l’impresa acquisterà e cederà a soggetti pubblici o privati che utilizzano tali supporti per l’attività di diagnostica medica strumentale o a distributori in possesso del certificato rilasciato dalla SIAE di cui al successivo punto 4 del presente protocollo”.
A ben vedere, infatti, le parti non convengono proprio nulla.
E’ la legge – e prima ancora la disciplina europea – a stabilire che nessun compenso può essere preteso per la compravendita di supporti destinati ad un uso professionale ed è SIAE che, arrogandosi un potere attribuitole da un atto amministrativo illegittimo ovvero dal famigerato Decreto Bondi, finge di riconoscere la “grazia” agli operatori del settore e, ipocritamente maschera un “edictum principis” sotto le mentite spoglie del “protocollo d’intesa” e, dunque, dell’accordo negoziale.
E’ un ennesimo abuso al quale, tuttavia, chi volesse piegarsi facendo di necessità virtù ed in attesa che giustizia sia resa, dovrà seguire le istruzioni disponibili sul sito della SIAE e richiedere un inutile certificazione a quest’ultima.
Ancora una soluzione all’italiana: si impone ad un imprenditore di farsi certificare da un ente pubblico economico portatore di un interesse configgente per poter accordargli niente di più che l’esercizio di un proprio diritto.
Vale, peraltro, la pena di sottolineare come la circostanza che l’esenzione sia limitata ai soli CD-r e DVD-r rischia di creare pericolose e preoccupanti distorsioni nel mercato di riferimento, promuovendo indebitamente l’uso di tali tipologie di supporto in danno di altre.
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