Ricordiamo che il lavoratore può beneficiare dei permessi legati alla Legge 104 per l’assistenza di un disabile, ma non necessariamente in modo continuativo durante l’intero orario di lavoro. Il dipendente può anche soddisfare per un breve spazio di tempo le proprie esigenze o bisogni, come stabilito dalla sentenza della Cassazione n. 54712 del 23 dicembre 2016, ma deve comunque esserci un collegamento diretto tra la sua assenza dal lavoro e la prestazione di assistenza.
I giudici della Suprema Corte precisano che “l’istituto del permesso mensile retribuito è, dunque, in rapporto di stretta e diretta correlazione con la finalità di tutela della salute psico-fisica della persona portatrice di handicap”.
“In tale ottica – aggiungono”, i suddetti permessi lavorativi, sono soggetti ad una duplice lettura: a) vengono concessi per consentire al lavoratore di prestare la propria assistenza con ancora maggiore “continuità”; b) vengono concessi per consentire al lavoratore, che con abnegazione dedica tutto il suo tempo al famigliare handicappato, di ritagliarsi un breve spazio di tempo per provvedere ai propri bisogni ed esigenze personali.
Per i giudici durante i giorni di permesso il dipendente ” è libero di graduare l’assistenza al parente secondo orari e modalità flessibili che tengano conto, in primis, delle esigenze dell’handicappato; il che significa che nei giorni di permesso, l’assistenza, sia pure continua, non necessariamente deve coincidere con l’orario lavorativo”.
Chi abusa di questo diritto commette un reato punibile penalmente, la truffa, e rischia anche il licenziamento disciplinare per giusta causa, perchè danneggia il datore di lavoro ma anche lo Stato.
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Chi effettua i controlli sui permessi legati alla Legge 104?
Chi deve controllare e accertare che il lavoratore usufruisca in maniera corretta dei permessi relativi alla Legge 104? L’accertamento sul comportamento del dipendente spetta al giudice, ma le attività di controllo possono essere effettuate da diversi soggetti:
- datore di lavoro,
- collega di lavoro,
- personale esterno ingaggiato dal datore di lavoro (investigatore),
- l’Inps.
Ricordiamo che la segnalazione effettuata alle forze dell’ordine comporta la trasmissione alla Procura per l’avvio di eventuali indagini.
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