Intanto, è arrivata ieri l’ufficialità da Matteo Salvini che, nell’eventualità per nulla improbabile di stallo alla chiusura delle urne, con tre schieramenti quasi alla pari, la Lega Nord si rivolgerebbe non già a Renzi né ai centristi, ma al MoVimento 5 Stelle.
Questa possibile convergenza, che i grillini hanno sempre respinto con forza, era paventata da vari mesi, quando le affinità tra le due forze politiche – a cominciare dallo scetticismo nei confronti dell’Europa e della moneta unica – erano emerse con forza. Insomma, in piena coerenza con la schizofrenia che contraddistingue la politica nostrana, non è ancora certo con il Rosatellum che, lasciati dietro di sè vari feriti, non accontenta nessuno, né si sono definite le coalizioni, ma già si riflette sugli scenari post voto.
Chi ha qualche carta da giocarsi essendo ancora al governo è certamente il Pd, che infatti non perde tempo e continua a inserire in Finanziaria continue agevolazioni, l’ultima che va a consentire ai pendolari una corposa detrazione fiscale sugli abbonamenti per i mezzi di locomozione pubblica. Ai più attenti, poi, non sarà sfuggito l’allargamento del bonus energia, che arriverà a comprendere l’anno prossimo anche i giardini e le aree di pertinenza a quelle immobiliari, su cui si potranno svolgere lavori di ammodernamento e cura per beneficiare dello sconto in denuncia dei redditi 2018.
Insomma, la prospettiva è quella di alleggerire il carico fiscale, già di per sé elevatissimo, in previsione del nuovo bilancio statale, ma soprattutto, com’è ovvio, in previsione delle elezioni politiche, che stanno già influenzando l’intero dibattito in questa campagna elettorale permanente che va avanti dal referendum costituzionale.
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Il voto in Sicilia
Sul fronte berlusconiano, dopo il ritorno ai box di un Cavaliere già provato dai primi impegni a contatto con gli elettori, si punta tutto sulle imminenti elezioni siciliane, nelle quali verrà decretato il successore di Rosario Crocetta alla presidenza della regione. Il testa a testa tra centrodestra e M5S è più acceso che mai, con i rispettivi candidati Musumeci e Cancelleri che quasi sicuramente si contenderanno la poltrona al fotofinish. A sinistra, l’exploit annunciato di Claudio Fava, che potrebbe tallonare se non superare il favorito di Pd e alfaniani, ha l’aria di una mina elettorale, in grado di ridisegnare gli equilibri già precari, in vista di un’alleanza che si preannuncia molto difficile tra renziani e Mdp.
Sicuramente, le urne siciliane sono il primo grande crocevia in vista delle elezioni politiche: chiunque sia il vincitore – MoVimento 5 Stelle o centrodestra – porterà il vento in poppa in ottica nazionale al proprio schieramento, sia in termini di voti che di presenza politica, mettendo da parte un capitale che potrebbe dare uno scossone ai sondaggi tutt’altro che indolore. L’appuntamento è per domenica: Musumeci o Cancelleri è la prima, fondamentale partita della nuova stagione politica.
Novità editoriale sulla Legge di Bilancio 2018
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