Pensioni, via libera al cumulo gratuito: novità dopo la Circolare Inps

Redazione 11/10/17
Il cumulo gratuito ha ricevuto l’ok di Ministero del Lavoro, ma, anche dopo la pubblicazione della Circolare n. 140 del 12 ottobre 2017, non è ancora operativo. Mancano ancora le convenzioni tra l’Inps e le Casse previdenziali che dovranno determinare come si svolgerà lo scambio di informazioni sui requisiti dei lavoratori e la procedura di pagamento delle quote da parte delle Casse. Queste ultime dovranno poi deliberare e ricevere l’ok del Ministero. Non si hanno quindi ancora tempi certi sulla partenza effettiva della misura.

 

Attraverso il cumulo (o ricongiungimento) gratuito dei contributi versati presso Casse previdenziali diverse i lavoratori possono andare in pensione (di vecchiaia o anticipata). Dal 2017 questa misura è stato estesa anche ai lavoratori autonomi e ai professionisti per unire i contributi maturati presso le diverse gestioni, se è stato raggiunto il diritto alla pensione in una delle casse previdenziali, e se la pensione decorre a partire dal 1° febbraio 2017.

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Requisiti per la pensione di vecchiaia

L’Inps chiarisce che per accedere alla pensione di vecchiaia in cumulo sono necessari 66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contribuzione.  La pensione, sia di vecchiaia sia anticipata, non potrà avere decorrenza anteriore al 1° febbraio 2017.

Per i lavoratori con pensione contributiva pura il primo importo pensionistico non dovrà essere minore di 1,5 volte rispetto all’assegno sociale. In alternativa potranno andare in pensione a 70 anni e 7 mesi di età e almeno 5 anni di contributi effettivi (non considerando la figurativa e l’importo pensionistico)

Per la pensione anticipata saranno necessari 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

Con il regime di pro quota sarà necessario calcolare i periodi di iscrizione maturati in ogni gestione secondo le regole di ciascun ordinamento e delle rispettive retribuzioni di riferimento.

Con questa circolare Inps si sblocca la possibilità per i lavoratori di utilizzare subito il cumulo per il diritto alla pensione, ma con un pagamento differenziato dell’importo dell’assegno: una prima parte versata dall’Inps e una seconda da parte delle Casse previdenziali. E proprio in questa seconda tranche saranno erogate le maggiorazioni sociali come la 14esima mensilità e l’integrazione al minimo.

L’ente previdenziale precisa che :

  • nei casi in cui i regolamenti delle Casse private prevedano requisiti minimi per la
    pensione di vecchiaia in cumulo diversi e più elevati rispetto a quelli di cui
    all’articolo 24, commi 6 e 7, della legge n. 214 del 2011, i periodi contributivi
    non coincidenti presso gli Enti di previdenza privati sono comunque
    validi ai fini della maturazione del diritto alla pensione;
  • ciascun Ente procederà alla liquidazione della propria quota di pensione solo
    al momento dell’effettiva maturazione di tutti i requisiti previsti dal
    proprio ordinamento;
  • sebbene l’erogazione della pensione, in virtù di requisiti di vecchiaia diversi,
    possa avvenire in diverse tranche, la pensione in regime di cumulo costituisce
    un’unica pensione e pertanto gli istituti giuridici connessi al trattamento
    pensionistico (quali la perequazione automatica, l’integrazione al trattamento
    minimo, la c.d. quattordicesima, la maggiorazione sociale) vengono liquidati con
    riferimento al trattamento unico complessivamente considerato.

Leggi anche Pensioni, il cumulo gratuito non parte. Come fare domanda.

Nel 2017 dovrebbero essere circa 7000 i contribuenti interessati, nel 2018 addirittura 15mila.

Ricordiamo che la domanda va presentata all’ultimo ente previdenziale al quale si sono versati i contributi, ma la pensione viene erogata dall’Inps che poi chiede le quote alle altre gestioni.

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