Dai dati si rileva che le maggiori perdite sono state registrate in Romania (37,2%), Slovacchia (29,4%) e Grecia (28,3%), ma in termini di valore assoluto il nostro Paese detiene il record negativo con 35 miliardi di euro di perdite.
Dal report di Bruxelles l’Italia è passata da un gap di quasi 41 miliardi nel 2011, a 38 nel 2014 e infine 35 nel 2015, un miglioramento del 3%. I dati presentati dalla Commissione Ue non combaciano con quelli forniti dal Governo Gentiloni sul rapporto della lotta all’evasione fiscale, allegato alla Nota di aggiornamento del Def e presentato quasi una settimana fa.
Secondo il ministero dell’Economia e Finanze la stima, ancora provvisoria del 2015 si attesta sui 34,77 miliardi, ma soprattutto nel 2014 risulta 36,2 miliardi contro i 38 dell’Ue e nel 2011 36,3 miliardi contro i 41 dichiarati da Bruxelles.
Da segnalare anche che in Spagna e Croazia la raccolta dei versamenti è stata particolarmente buona, e in generale Malta, Spagna e Romania registrano i miglioramenti più proficui. Piccoli aumenti in Belgio, Danimarca, Irlanda, Grecia, Lussemburgo, Finlandia e Regno Unito.
Ricordiamo che il prossimo mese la Commissione Europea presenterà un progetto di riforma legata alla normativa IVA per facilitare la tracciabilità della frode e rendere più efficiente la riscossione. La riforma è legata anche allo sviluppo del mercato unico digitale per ottenere un sistema fiscale più efficiente
“Gli Stati membri non dovrebbero accettare tali perdite Iva – ha dichiarato Pierre Moscovici, commissario per gli affari economici e finanziari, fiscali e doganali – La Commissione sostiene gli sforzi per migliorare la raccolta Iva in tutta l’Ue, tuttavia le regole che disciplinano l’imposta risalgono al 1993 e necessitano di essere aggiornate”.
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