Inizialmente il tribunale di Bologna aveva accolto il ricorso della donna e aveva portato l’assegno a lei destinato da 1.600 a 2.400 euro e mantenendo fermo a 1.800 euro quello per il figlio minorenne. Lo stesso giudice aveva disposto la revoca dell’assegno per il figlio più grande autosufficiente e la riduzione a 1.000 euro per il secondogenito, anche lui maggiorenne.
La Corte d’Appello di Bologna ha in seguito respinto il ricorso avanzato dalla signora che giustificava l’innalzamento dell’assegno a lei destinato anche per far fronte alla gestione e manutenzione della casa familiare a lei assegnata.
I giudici della Corte di Appello hanno precisato che “le obbligazioni verso i figli e quelle verso la moglie operano su piani differenti e non può la caduta o la riduzione delle prime andare automaticamente a favore delle altre”.
Sul taglio del mantenimento versi i figli maggiorenni i giudici hanno dichiarato che la revoca o la riduzione del mantenimento può avvenire a seguito dell’indipendenza, ma anche quando un figlio decide di non acquisire la propria indipendenza economica, rifiutando un lavoro adatto alla professionalità acquisita.
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La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte di Appello.
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Assegno divorzile e nuovi parametri dopo la sentenza n. 11504/2017
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Manuela Rinaldi | 2017 Maggioli Editore
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