La contribuzione sarà gratuita e fissa per gli studenti universitari nati tra il 1980 e il 2000 e che completano, entro la durata legale, il proprio percorso di studi. Vuole essere d’aiuto per la generazione dei Millenials che quando andrà in pensione vedrà il proprio assegno calcolato totalmente con il metodo contributivo e che, con contratti precari e discontinui rischi di non riuscire a percepire una pensione dignitosa. Resta da valutare quanto sarà il costo per lo Stato per questo tipo di operazione.
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Ricordiamo che sul tavolo dell’accordo tra Governo e sindacati c’è anche la proposta del presidente Inps, Tito Boeri, di una contribuzione figurativa all’inizio della carriera lavorativa per chi viene assunto con un contratto a tempo determinato e ha dei periodi di discontinuità lavorativa. Si è parlato anche di una pensione di garanzia, simile alla contribuzione al minimo già esistente, ma che non è ancora applicata al sistema contributivo e di bonus contributivi per le mamme (un anno di contribuzione in più per ogni figlio).
Ma a che punto è il tavolo di negoziato?
L’11 luglio ci sarà un nuovo incontro e dopo 2 giorni i sindacati si riuniranno in un’assemblea unitaria. L’argomento delle pensioni dei giovani non è al primo posto per le organizzazioni sindacali che prima di tutto vogliono evitare lo scatto automatico che porterà l’età di pensionamento dal 2019 a 67 anni, confermato dai dati rilasciati pochi giorni fa dall’Istat.
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