Torna l’Imu prima casa? Cosa c’è di vero

Imposta sugli immobili: l’Europa propone di estendere l’Imu alla prima casa per i più ricchi, ma il Ministro Padoan si oppone alla modifica.

Redazione 24/05/17
La Commissione Europea ha chiesto all’Italia di reintrodurre l’Imu sulla prima casa per i cittadini più ricchi. Ma il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, almeno per adesso, ha detto di no. Si può riassumere così il dibattito tra Unione Europea e Italia sulla modifica della tassa sugli immobili, nell’ambito dell’approvazione della manovrina da 3,4 miliardi presentata lo scorso aprile.

Vediamo allora quali potrebbero essere le novità in materia di Imu e nuove imposte.

Per approfondire, visita la nostra sezione dedicata all’Imu.

 

Imu sulla prima casa per i più ricchi?

La proposta della Commissione Europea può fare impensierire molti contribuenti italiani: reintrodurre la famigerata Imu sulla prima casa, anche se solo per i cittadini che dichiarano redditi più elevati. Questo, a detta della Commissione, per arrivare a una politica di tassazione più equa.

Per ora, in ogni caso, non sembra esserci motivo di preoccuparsi troppo: il Ministro Padoan ha respinto la proposta e dichiarato di non avere intenzione di modificare “una tassa che è stata appena cambiata da pochi mesi”. Le riforme fiscali, secondo Padoan, vanno viste nel loro insieme, e l’Europa ha sostanzialmente approvato il pacchetto proposto.

Chi deve pagare l’Imu oggi?

Niente aumenti dell’Imu in vista, dunque. Ma allora chi deve pagare la tassa sugli immobili oggi?

Ricordiamo che l’Imu, introdotta per la prima volta nel 2011, era stata estesa alla prima casa pochi mesi dopo dal Governo Monti ma era stata poi nuovamente limitata alle sole abitazioni non principali a partire dal 2016. Attualmente l’imposta non va quindi pagata sulla prima casa, a meno che questa non rientri nelle categorie catastali di lusso A/1, A/8 e A/9.

Le quattro raccomandazioni dell’Europa

Nel corso della revisione della manovrina dello 0,2% del Pil approvata ad aprile, l’Europa ha accettato le proposte dell’Italia e ha confermato che non ci saranno sanzioni per la mancata riduzione del debito pubblico.

Per migliorare la situazione finanziaria del Paese e far fronte alle difficoltà, comunque, la Commissione Europea ha indicato quattro linee guida da seguire: lo spostamento delle tasse dalla produzione / lavoro ai consumi, la riduzione della durata dei processi civili, l’aumento dell’efficienza della pubblica amministrazione e la ripulitura dei bilanci nel sistema bancario.

Appuntamento alla Legge di Bilancio 2018

Il prossimo controllo, quindi, è programmato per l’autunno 2017, con l’inizio della stesura della Legge di Bilancio 2018 e il riesame da parte della Commissione del debito pubblico italiano.

Tutti obiettivi complessi, ma per ora c’è motivo di cauto ottimismo. “La crescita ancora non ci soddisfa ma migliora,” ha dichiarato Padoan, mentre il Commissario agli affari economici UE Pierre Moscovici ha spiegato che l’applicazione di sanzioni all’Italia sarebbe controproducente perché limiterebbe il potenziale di crescita del nostro Paese.

 

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Il seguente testo illustra come applicare la disciplina normativa di cui all’art. 11 del Decreto Legge del 24 aprile 2017 n. 50 (Definizione agevolata delle controversie tributarie) contenente la manovra correttiva pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 2017 che introduce la rottamazione delle liti fiscali pendenti con il Fisco. Con un taglio operativo si analizzano le caratteristiche principali del nuovo istituto raffrontandolo anche con i condoni fiscali precedenti unitamente a utili riferimenti giurisprudenziali. Ed infatti, da ultimo nel 2011, ma già in precedenza, il legislatore aveva previsto la possibilità di definire le controversie tributarie pendenti in ogni stato e grado del giudizio mediante un meccanismo analogo, per molti profili differente ma dal fine comune: ridurre il numero delle controversie tributarie pendenti e “fare cassa”.L’attuale condono anche se un’ottima opportunità per i contribuenti presenta delle criticità che nella proposta modificativa inclusa in questo pratico manuale si cercano di superare.MAURIZIO VILLANI, Avvocato tributarista cassazionista specializzato in Diritto Tributario e Penale – Tributario. Relatore in vari convegni nazionali, seminari e incontri, collabora con diverse testate di settore scrivendo articoli e pareri in ambito fiscale e tributario.È autore di diversi testi sul contenzioso tributario. Il comitato scientifico del “Premio Barocco” gli ha assegnato l’alta onorificenza per l’anno 2015, come riconoscimento del suo costante impegno nel voler riformare le Commissioni tributarie e per il suo contributo nel 2015 alla riforma del processo tributario (D.Lgs. n.156/2016). IOLANDA PANSARDI, Avvocato tributarista, Master in diritto e pratica tributaria – LL.M In Tax Law “Universus”. Collabora con lo studio legale tributario Villani. Autrice e coautrice di articoli per riviste specializzate, di volumi ed ebook in materia di diritto tributario.

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