Vediamo allora quali sono le novità più importanti introdotte dal decreto.
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I nuovi compensi dei professionisti
- Leggi anche: Il nuovo Codice appalti pubblicato in Gazzetta.
Il decreto correttivo al Codice Appalti introduce innanzitutto nuove tutele per i professionisti, stabilendo che questi devono essere pagati con riferimento al Decreto parametri (DM 17 giugno 2016). Questo vuol dire che i compensi dei professionisti dovranno essere calcolati in base a parametri certi e prefissati, eliminando il rischio dei pagamenti al ribasso.
Inoltre, le stazioni appaltanti devono pagare i professionisti anche se non ricevono i finanziamenti per l’opera progettata: eventuali clausole del contratto che subordinano il pagamento all’ottenimento delle risorse sono illegittime.
La programmazione triennale delle opere
Il nuovo Codice Appalti stabilisce che ogni tre anni debba essere adottato, su proposta del Ministero delle Infrastrutture, il Documento Pluriennale di Pianificazione (Dpp). Il Documento dovrà contenere l’elenco delle infrastrutture e degli insediamenti che sono ritenuti prioritari per lo sviluppo del Paese. Parallelamente al Dpp, dovrà essere approvato ogni tre anni il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, o Pgtl.
Il primo Documento Pluriennale di Pianificazione, che sarà approvato in questi giorni, si occuperà tuttavia molto probabilmente anche delle infrastrutture non di trasporto.
Le nuove norme sull’appalto integrato
Cambia, inoltre, quanto previsto dal Codice Appalti in materia di appalto integrato.
Il nuovo decreto correttivo permette infatti l’assegnazione degli appalti integrati, prima vietati, nei casi di alto contenuto tecnologico, per i beni culturali e per i lavori urgenti. Per quanto riguarda poi i “vecchi” appalti integrati approvati al 19 aprile 2016, e cioè prima dell’entrata in vigore del Codice Appalti che li vietava, è previsto un periodo transitorio di 12 mesi in cui potranno essere nuovamente mandati in gara.
Subappalto: il limite resta al 30%
Non cambiano invece, per il disappunto di molti operatori, le attuali regole sul subappalto.
Anche per il 2017, dunque, la quota di subappalto non potrà superare il 30% del valore complessivo delle opere, nonostante nei mesi scorsi sia stato chiesto con insistenza al Governo di tornare a calcolare tali quote solo sull’importo della categoria di lavoro prevalente. Resta inoltre l’obbligo, per tutti i lavori superiori a 5,2 milioni, di indicare insieme all’offerta una rosa di tre subappaltatori disponibili.
Il criterio del prezzo più basso
Discorso diverso per la disciplina del criterio del prezzo più basso. Il decreto correttivo entrato in vigore sabato ha raddoppiato la soglia di utilizzo del massimo ribasso per poter assegnare i lavori da uno a due milioni di euro. I nuovi limiti, tuttavia, valgono solo quando a base di gara sia posto un progetto esecutivo, e solo per le procedure ordinarie e non negoziate.
Il rating di impresa volontario
Tra le novità principali introdotte dal nuovo decreto correttivo al Codice, infine, segnaliamo che il rating di impresa è diventato volontario. Con le nuove norme il rating di impresa, uno strumento di valutazione delle aziende che si basa su specifici parametri come il rispetto dei tempi e dei costi previsti, non sarà più obbligatorio ma darà diritto a un punteggio aggiuntivo in fase di valutazione delle offerte.
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Laura Porporato | 2017 Maggioli Editore
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