Dopo un’attesa durata sette anni, dunque, i dipendenti della Pubblica amministrazione potranno beneficiare di nuovi contratti e di un aumento medio in busta paga di 85 euro al mese. Vediamo allora nel dettaglio qual è la situazione attuale e chi potrà beneficiare della riforma.
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Statali: rinnovo dei contratti a giugno
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Le parole del Ministro Madia fanno ben sperare e non lasciano spazio a fraintendimenti: la direttiva per lo sblocco dei contratti nel pubblico impiego sarà inviata all’Aran subito dopo l’approvazione definitiva dei decreti di riforma della Pa, “quindi a giugno o comunque prima dell’estate“.
Allo stesso modo, ha confermato il ministro, entro la fine di maggio e forse addirittura “questa o la prossima settimana” il Consiglio dei Ministri darà il via libera definitivo al Testo Unico del pubblico impiego. Si tratta degli ultimi tasselli per la riforma della Pubblica amministrazione che entrerà in vigore l’anno prossimo.
Aumenti di 85 euro al mese dal 2018
Come accennato, il tanto atteso rinnovo dei contratti dovrebbe assicurare a tutti i dipendenti pubblici un aumento medio in busta paga di 85 euro al mese. Questo, perlomeno, è quanto previsto dall’accordo siglato il 30 novembre scorso tra il Governo e i sindacati.
Nello specifico, l’intesa prevede un impegno triennale del Governo che porti a stanziare 2,8 miliardi di euro per il 2018, 2,3 miliardi per il 2019 e ben 4,6 miliardi per il 2020. Il Def 2017 ha effettivamente confermato la cifra di 2,8 miliardi per l’anno prossimo, da prevedere in Legge di Bilancio e da dividere in 1,6 miliardi per i dipendenti del settore “Stato” e 1,2 miliardi per quelli del settore “Non Stato“.
L’appuntamento per i dettagli economici è rimandato, appunto, alla prossima Legge di Bilancio. Per ora, ed è un dato che può far preoccupare, i fondi sono sufficienti a un aumento di soli 35 euro mensili.
Aumenti maggiori per chi guadagna meno
L’aumento degli stipendi coinvolgerà un numero molto grande di lavoratori, circa 3,3 milioni di dipendenti del settore pubblico. Il beneficio, tuttavia, sarà studiato per aiutare maggiormente chi percepisce meno ed è stato già penalizzato dalla crisi e dal blocco contrattuale. In sostanza, chi ha stipendi più bassi avrà un bonus maggiore di chi prende già di più.
Nelle parole della Madia: “l’aumento sarà di 85 euro medi” proprio per dare “una maggiore attenzione e un maggiore sostegno ai redditi bassi“. L’incremento, in altre parole, non sarà uguale per tutti.
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