Alla luce della proroga ufficiale del termine di invio delle domande al prossimo 21 aprile e delle dichiarazioni in merito alla decadenza dalle rateazioni del debito concesse in precedenza, vediamo allora di fare il punto e redigere un calendario di tutte le principali scadenze della rottamazione.
Come funziona la rottamazione delle cartelle esattoriali?
Innanzitutto, che cos’è esattamente la rottamazione di Equitalia? La rottamazione delle cartelle di pagamento (o “definizione agevolata”) è una misura di recupero crediti e di collaborazione con i contribuenti che prevede, per i debitori che aderiranno, uno sconto sulle sanzioni dovute sulle somme e sugli interessi di mora di tutte le cartelle emesse tra il 1° gennaio 2000 e la fine del 2016.
Sono inclusi nella rottamazione tutti i ruoli relativi ai tributi, alle imposte (compresa l’Iva se non è riscossa all’importazione), ai contributi previdenziali e assistenziali e alle multe stradali. I tributi locali sono compresi nella rottamazione, ma solo se il Comune in questione accetta di aderire alla misura.
I contribuenti, tuttavia, dovranno comunque pagare gli altri importi. Sono infatti dovuti, oltre alla somma di base:
- gli interessi da ritardata iscrizione al ruolo;
- le somme maturate a titolo di aggio, da calcolare però solo sul capitale e sugli interessi;
- le spese per le procedure esecutive;
- le spese di notifica della cartella.
Domanda per la rottamazione, la scadenza è il 21 aprile
Da qualche giorno è ufficiale: la data di scadenza per l’invio della richiesta di adesione alla definizione agevolata è stata prorogata fino al 21 aprile.
È questa quindi la prima data da fissare in rosso sul calendario: chi non è ancora sicuro se aderire o meno alla rottamazione delle cartelle deve sapere che dopo il 21 di aprile perderà definitivamente la possibilità di inviare la richiesta.
Nel frattempo, però, è bene riflettere approfonditamente sulla convenienza della misura, possibilmente con l’aiuto di un professionista abilitato. La prima cosa da fare è quella di analizzare il proprio estratto conto debitorio (è di pochi giorni fa la notizia che è possibile richiedere l’elenco dei ruoli e delle cartelle anche all’Agenzia delle Entrate oltre che a Equitalia) e comprendere quali delle somme che si devono sono coperte dalla rottamazione.
Il ritardo nei pagamenti può cancellare la rateazione
Il rischio principale per i contribuenti che aderiscono alla rottamazione senza aver prima fatto i dovuti calcoli di convenienza è quello di pagare le rate previste in ritardo.
Il primo motivo, ed è già una ragione più che valida, consiste nel fatto che la definizione agevolata non ammette ritardi, e dunque chi non paga le rate in tempo viene escluso dal beneficio. Questo vuol dire, ovviamente, che il contribuente sarà obbligato a di dover pagare nuovamente tutte le sanzioni e gli interessi di mora da cui era stato esonerato per effetto della rottamazione.
Ma ancora più grave, oltre che meno noto, è il fatto che si può tornare al piano di rateazione originariamente concesso solo in caso di ritardo nel pagamento della prima rata della rottamazione. I contribuenti che non rispettano i termini di anche solo una delle rate successive perdono anche il diritto alla vecchia rateazione.
Quali sono i termini per il pagamento delle rate?
Stabiliti quali sono i termini per l’adesione alla definizione agevolata e i rischi che si corrono in caso di ritardo nei pagamenti, vediamo adesso le scadenze delle rate della rottamazione.
Le somme dovute a Equitalia potranno essere pagate in cinque rate divise tra il 2017 e il 2018. È bene sapere, tuttavia, che i versamenti delle rate dovranno coprire il 70% dell’importo totale nel 2017 e solo il 30% nel 2018. Nello specifico:
- la prima rata (luglio 2017) dovrà coprire il 24% della somma;
- la seconda rata (settembre 2017) dovrà coprire il 23% del dovuto;
- la terza rata (novembre 2017) dovrà coprire il 23% del dovuto;
- la quarta rata (aprile 2018) interesserà il 15% del dovuto;
- la quinta rata (settembre 2018) dovrà coprire infine il restante 15% della somma.
Anche in questo caso, quindi, conviene consultarsi con uno specialista e decidere per tempo se si sarà materialmente in grado di pagare un quarto dell’intera somma entro il prossimo luglio e oltre i due terzi entro novembre 2017.
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