Pensioni: Ape e Quota 41, la decisione il 13 marzo

Redazione 02/03/17
Slitterà con molta probabilità al 13 marzo la decisione definitiva sull’anticipo pensionistico Ape e sulla Quota 41. L’incontro di mercoledì 1° marzo, che inizialmente si pensava decisivo, è proseguito fino a tarda serata e ha chiarito dei punti importanti ma non ha portato alla firma dei decreti attuativi.

L’Ape e la Quota 41, i punti più importanti del pacchetto pensioni previsto dalla Legge di Stabilità 2017, dovranno partire entro il 1° maggio: i decreti dovranno quindi essere approvati in ogni caso entro pochi giorni.

Grande attesa per moltissimi lavoratori che potrebbero andare in pensione anticipata, dunque: vediamo nel dettaglio cosa potrà cambiare con la firma dei decreti.

I decreti attuativi per la pensione anticipata

Secondo i piani iniziali, come accennato, il Governo avrebbe dovuto presentare per la firma i decreti attuativi di Ape volontaria e Ape sociale mercoledì 1° marzo.

Punti fondamentali per la definitiva approvazione delle misure sono l’accordo per il protocollo con banche e istituti assicurativi per l’Ape volontaria e la precisa definizione dei requisiti richiesti per l’Ape sociale. Per quanto riguarda la Quota 41, invece, dubbi permangono sul criterio di inclusione dei lavori gravosi nel beneficio.

Tutti nodi da sciogliere che, per l’appunto, dovranno essere risolti entro il 13 marzo, data dell’incontro definitivo tra Governo e sindacati.

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Lavori gravosi: Ape sociale o Quota 41?

Quali benefici, in particolare, dovranno essere riconosciuti ai lavoratori che svolgono mansioni gravose?

Secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità 2017, i lavoratori impegnati in questo tipo di attività potranno avere diritto, a seconda dei requisiti, sia all’Ape sociale sia alla Quota 41.

Avranno diritto all’Ape sociale, e quindi alla pensione anticipata a 63 anni a carico dello Stato, i lavoratori impegnati in mansioni gravose che abbiano maturato almeno 36 anni di contributi e che abbiano svolto questo tipo di attività in maniera continuata negli ultimi 6 anni.

Potranno invece accedere alla Quota 41 i lavoratori che, oltre ad essere stati impiegati in attività gravose in via continuata negli ultimi 6 anni, abbiano maturato 12 mesi di contributi prima del 19° anno di età (cd. lavoratori “precoci”).

I cambiamenti in vista per i lavori gravosi

L’incontro del 1° marzo ha fatto emergere importanti proposte di modifica per i lavoratori impiegati in mansioni gravose che potrebbero essere ratificate ufficialmente il prossimo 13 marzo.

Le proposte più importanti allo studio del Governo sono due. La prima andrebbe a modificare la platea dei lavoratori interessati facendo riferimento per la pensione anticipata alla mansione effettivamente svolta dal lavoratore, e non al settore dell’azienda. La seconda, forse ancora più decisiva per l’ampliamento del beneficio, prevede una modifica alla determinazione dei 6 anni di lavoro gravoso necessari per accedere a Ape sociale e Quota 41.

Se i 6 anni di attività gravose richiesti saranno resi, almeno a determinate condizioni, non continuativi verrebbero incluse nel beneficio anche categorie altrimenti ingiustamente penalizzate, come quella degli edili.

Quali sono le mansioni gravose?

Le mansioni gravose, ricordiamo, sono le attività lavorative “particolarmente difficoltose e rischiose” elencate nella Legge di Bilancio. Nello specifico, svolgono lavori gravosi:

  • gli operai dell’industria estrattiva e dell’edilizia;
  • i conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • i conduttori di mezzi pesanti e di convogli ferroviari;
  • i conciatori di pelle e di pellicce;
  • gli infermieri e le ostetriche con lavoro organizzato in turni;
  • gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
  • gli insegnanti della scuola di infanzia e degli asili nido;
  • i facchini e il personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • gli operatori ecologici.

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