I debiti vecchi e di difficile riscossione, mai incassati dai contribuenti, ammontano ad un totale di 545 miliardi di euro: Equitalia è tenuta a una verifica di tali arretrati, ma la mole di lavoro è tale da minacciare la paralisi di tutti gli uffici.
Come fare, quindi? La soluzione scelta da Equitalia è quella più ovvia: cadenzare i tempi di lavoro. Secondo un’idea contenuta in un emendamento alla legge di Stabilità si potrebbe invertire il calendario, avviando prima il procedimento per le cartelle più recenti, e poi procedendo a ritroso con quelle più antiche.
Entro il 2017, dunque, verrebbero gestite le cartelle inviate nel 2014 e poi, ogni dodici mesi, si arretrerà di un anno. In questo modo, per esempio, le cartelle del 2013 sarebbero affrontate nel 2018, quelle del 2012 nel 2019 e così via, fino a chiudere nel 2031 le partite risalenti al 2000.
Cartelle esattoriali inesigibili
Ma non tutte le cartelle esattoriali arretrate saranno scandagliate: gli enti creditori (per es. Inps, Agenzia delle Entrate, ecc.) si limiteranno a effettuare verifiche a campione, in genere sul 5% delle vecchie cartelle, concentrandosi principalmente su quelle più pesanti (si stima che l’80% delle mancate riscossioni fino al 2012 si riferisce a contribuenti che hanno un debito col Fisco di oltre 500mila euro a testa).
Effettuata quindi la verifica della inesigibilità delle cartelle vecchie, ci sarà la definitiva rinuncia da parte di Equitalia che restituirà il credito all’ente titolare. E, probabilmente, il contribuente che chiederà un estratto di ruolo, circa la propria posizione, presso l’ufficio dell’Agente per la riscossione troverà una bella sorpresa: zero debiti.
Rateizzazione cartelle esattoriali 2015
Il Governo ha annunciato che, con la nuova legge di Stabilità, verranno riaperti i termini per chi è decaduto entro il 30 ottobre scorso dalla rateizzazione delle cartelle esattoriali di Equitalia. Per ottenere un nuovo piano di rateazione in 72 mesi bisognerà presentare domanda entro il 30 giugno 2015.
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