Amministrative 2016, Ravenna: cosa è emerso dal dibattito con i cittadini

Redazione 01/06/16
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Il 26 maggio, presso lo Chalet dei giardini pubblici, si è svolto un confronto aperto alla cittadinanza tra i candidati alla carica di sindaco per le elezioni comunali di Ravenna, organizzato dalla rivista Ravenna e Dintorni.

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Al pubblico dibattito erano presenti Michele De Pascale, candidato del Pd, sostenuto anche da diverse liste civiche, Michela Guerra, che avrebbe dovuto avere il sostegno del M5S e che si presenta con la lista civica cambieRà, Maurizio Bucci, che si presenta con la lista civica la Pigna, Massimiliano Alberghini, sostenuto da un’alleanza tra Lega Nord Romagna, Forza Italia e Lista per Ravenna, ed infine Raffaella Sutter, sostenuta dalla lista civica Ravenna in comune, che si rifà all’esperienza della lista di Ada Colau, Barcelona en comù, in cui è confluito il movimento Podemos.

Il primo tema affrontato dai candidati è stato il problema del lavoro:

De Pascale ha parlato di un impegno a 360 gradi, che si qualifichi per garantire, quantità, qualità e sicurezza del lavoro. In particolare, ha sostenuto la necessità di intervenire nei settori della chimica, della logistica, del turismo e dell’agricoltura. Il candidato del Pd, e suo segretario, ha sottolineato l’esigenza di fronteggiare l’abbassamento dei fondali del porto e ha insistito sulla necessità di promuovere il turismo come fonte di sviluppo e di occupazione.

Michela Guerra ha parlato del porto come occasione di sviluppo dell’occupazione, e ne ha approfittato per chiedere a De Pascale perché parli solo ora di dragare il porto. La candidata di cambieRà ha insistito anche sulla necessità di collegare il porto alle ferrovie. Per le famiglie, Michela Guerra ha parlato della possibilità di offrire alle donne la flessibilità degli orari di lavoro per conciliarli con le esigenze familiari.

Maurizio Bucci ha sottolineato come in questi anni la città abbia perso la sfida di creare nuova occupazione; la sua ricetta per ridare slancio all’economia consiste nella vendita delle partecipazioni pubbliche non strategiche per il comune: in questo modo si inietterebbe denaro liquido nell’economia ravennate. Sul porto Maurizio Bucci ha fatto notare polemicamente a De Pascale che vi sono 240 milioni pronti per il porto ma che Di Marco è stato mandato via quando si poteva fare il dragaggio.

Per Massimiliano Alberghini è necessario fare in modo che le imprese restino sul territorio, ma lasciando le porte aperte a chi vuole intraprendere attività produttive. Ha poi insistito sulla necessità di valorizzare il turismo, l’industria ed il porto. Anche Alberghini si è accodato agli altri due candidati sulla polemica per i fondali non adeguati del porto.

Raffaella Sutter ha parlato della necessità di maggiore trasparenza negli appalti pubblici di servizio, con protocolli che garantiscano lavori non precari e della creazione di un osservatorio sul lavoro precario. Ha insistito sulla necessità di favorire un rapporto più stretto tra l’università ed il territorio e lo sviluppo di sinergie tra cultura e turismo.

Il secondo argomento è stato su quali temi coinvolgere direttamente i cittadini.

Michela Guerra ha in programma assemblee di cittadini nei quartieri, consultazioni comunali on-line, incontri tra cittadini e sindaco senza barriere, potenziamento della rete wifi, maggiore uso dell’informatica nel Comune.

Maurizio Bucci a richiamato la necessità di porte aperte all’ascolto, di rapporti più diretti, e ancora una volta ha sottolineato la necessità di aiutare chi vuole investire a Ravenna.

Massimiliano Alberghini ha promesso la creazione di un nuovo assessorato, chiamato legalità, trasparenza, anticorruzione, il controllo dei contratti pubblici per evitare il verificarsi di nuovi scandali come la recente gestione dei rifiuti di Hera, il coinvolgimento della cittadinanza nelle decisioni sulle grandi opere.

La Sutter ha parlato del patto etico sulla trasparenza dei consiglieri comunali, della riorganizzazione del decentramento comunale, della mappa mentale del programma a cui i cittadini possono partecipare con proposte.

De Pascale ha parlato di partecipazione e trasparenza, per fronteggiare la sfiducia nella politica dei cittadini: ha citato Gaber sottolineando che la libertà è partecipazione. Anche De Pascale ha parlato della necessità di rivedere il decentramento e di una partecipazione di quantità e di qualità, per chiamare i cittadini con competenze specifiche.

Come terzo punto si è chiesto ai candidati di indicare che cosa salvare e che cosa azzerare dell’amministrazione precedente.

Maurizio Bucci ha evidenziato l’onestà personale del sindaco uscente Fabrizio Matteucci; ma secondo Bucci non c’è poi altro da salvare: ha accusato Matteucci di non avere avuto una visione, osservando che sarà ricordato solo per aver permesso la costruzione della moschea. Ha poi parlato del pasticcio Hera, usando il termine di rifiutopoli per definire i recenti disservizi nella raccolta dei rifiuti e insistendo sul mancato controllo degli appalti da parte del comune.

Raffaella Sutter ha detto che occorre ripensare radicalmente il binomio sicurezza e immigrazione, la visione del bene pubblico, la gestione dei rifiuti, la Sapir. Salva invece le politiche di genere dell’assessore Piaia e la Casa delle donne.

De Pascale ha riconosciuto al sindaco uscente l’onestà, la generosità e l’innamoramento per la sua città. Ma ha anche parlato della necessità di puntare maggiormente sul turismo, di rivedere le deleghe dell’autorità portuale, di cambiare la mentalità con grinta.

Anche Michela Guerra vede in Fabrizio Matteucci una persona onesta, ma poi ha parlato di Marinara, paragonandola ad una cattedrale nel deserto, dello scandalo dell’hotel Mattei, del poltronificio di Area Vasta.

Poi si sono passati in rassegna i punti deboli dei candidati.

A De Pascale è stato osservato che nei fatti rappresenta la continuità del Pd; il candidato Pd ha sottolineato non solo le circostanze che hanno portato alla sua candidatura, ma anche di avere girato per il territorio azienda per azienda.

Per Michela Guerra si è parlato del conflitto d’interessi per la proprietà della clinica di famiglia San Francesco. L’avvocata ha sottolineato che con la sua candidatura si è dimessa dalla carica di amministratore delegato della clinica e che la clinica non riceve finanziamenti dalla regione e non dal comune.

A Maurizio Bucci è stato rimproverato di non essere riuscito ad unire il centrodestra e di saper solo criticare, ma si è difeso dicendo che ha fondato una sua lista civica perché i partiti tradizionali hanno perso.

A Massimiliano Alberghini è stato rimproverato di promettere sulla sicurezza quello che poi non è in grado di mantenere; si è difeso sostenendo di non avere tessere di partito e di fare politica per passione, essendo indipendente economicamente.

Della Raffaella Sutter si è detto che è stata legata alla precedente amministrazione, avendo lavorato come dirigente comunale; si è difesa dicendo di avere lasciato l’amministrazione comunale in anticipo perché avrebbe voluto lavorare in modo diverso; ha difeso la sua lista civica, evidenziando che non è un minestrone di sigle politiche che difficilmente resteranno insieme, ma che si tratta di una vera e propria lista civica, con persone della società civile che si sono occupate di diritti.

Si è poi parlato di cultura e della riorganizzazione del Mar, della Biblioteca Classense, di Ravenna Antica: nomine fiduciarie o per concorso?

Massimiliano Alberghini ha insistito sulla meritocrazia, Raffaella Sutter ha detto che le nomine devono essere fatte per concorso pubblico, e che Mar, Biblioteca e Ravenna Antica sono realtà diverse.

De Pascale ha parlato dell’eccellenza della Classense, che deve lavorare anche in collaborazione con la biblioteca Oriani, e della necessità di procedere alle nomine per concorso pubblico.

La Guerra invece punta sull’invio dei curriculum con bandi pubblici trasparenti.

Non sono mancati gli attacchi di Maurizio Bucci al Pd, quando ha parlato di compagnopoli per presunti incarichi dati ad amici e parenti. Chi ricopre un ruolo deve essere scelto per le competenze adeguate.

Per il Mar ha evidenziato il problema di garantire una continuità con la precedente direzione di Claudio Spadoni e ha polemizzato con De Pascale sul fatto che tutti i dirigenti hanno avuto il premio di produzione.

Per quanto riguarda la personalità dei candidati, Maurizio Bucci è stato quello che ha meglio interpretato il ruolo di oppositore del Pd e di De Pascale; notevole la presenza scenica, Maurizio Bucci era pienamente a suo agio è si è ampiamente diffuso sui vizi della precedente gestione comunale, parlando di compagnopoli, rifiutopoli, e contestando a De Pascale che i dirigenti di Hera sono stati nominati dal Pd e che nessuno ne ha chiesto le dimissioni. Anche qui la colorita definizione di poltronificio.

Maurizio Bucci si è anche lanciato in un gustoso siparietto ai danni di Alberghini, chiedendogli polemicamente chi glielo avesse fatto fare di scendere in campo al fianco di lista per Ravenna, perennemente all’opposizione.

De Pascale aveva l’ingrato compito di doversi smarcare dalla precedente amministrazione comunale sottolineando la sua appartenenza ad una nuova generazione con uno sguardo rivolto al futuro. E però a lui sono stati rimproverati tutti i difetti dell’amministrazione comunale uscente, facendogli pesare il fatto di essere stato il segretario del Pd. De Pascale si è mostrato un buon incassatore, ha detto di non voler rispondere agli attacchi perché vuole essere il sindaco anche di chi non l’ha votato. Però anche lui ha avuto l’occasione di passare al contrattacco, quando ha rimproverato ad Alberghini di non avere un progetto. L’unico momento in cui ha perso la pazienza è stato quando ha reagito ai fischi e alle grida degli lettori di destra sostenitori di Alberghi.

Michela Guerra è sembrata la più emozionata nel parlare, ma si è presentata come persona autentica, sincera. Si è difesa bene dalle polemiche sul conflitto d’interesse e probabilmente è stato un bene che non abbia avuto l’imprimatur di Grillo e di Casaleggio, considerando come vanno le cose nel movimento cinque stelle.

Massimiliano Alberghini è parso il meno incisivo, spesso riprendeva concetti e temi già sviluppati da Maurizio Bucci, della cui verve polemica è stato vittima. Come dicevo anche De Pascale ha avuto modo di sottolinearne l’assenza di un vero progetto per Ravenna.

Raffaella Sutter è stata sempre molto pacata, non è mai stata polemica verso De Pascale, ma quando le è stato chiesto se farà confluire i voti sul Pd in caso di ballottaggio ha risposto che non ci sarà ballottaggio perché vincerà lei al primo turno.

Personalmente ho pubblicamente espresso la mia preferenza per la lista Sutter, mi auguro che possa essere una vera e propria lista civica che vada oltre le sigle dei vecchi partiti della sinistra oramai superati dai fatti. Spero che abbia un destino migliore della lista Tsipras e che prima o poi anche in Italia non vi sia più necessità di importare le esperienze di successo della sinistra alternativa di altri paesi, la Grecia prima e la Spagna adesso con la lista Barcelona in comu di Podemos. Abbiamo anche noi una grande tradizione da valorizzare al di là delle vecchie sigle dei partiti.

Mi sembra che Maurizio Bucci abbia una concezione troppo a favore dei privati per il bene pubblico, ma i beni pubblici non sono assimilabili ai beni privati, su questo mi sento più tranquillo con la Sutter.

Maurizio Bucci e Michela Guerra hanno più volte rimarcano la loro esperienza come imprenditore e amministratore di aziende private, ma il recente passato ci ha mostrato che non sempre chi è un buon amministratore di aziende private lo è anche di macchine complesse come il comune.

Massimiliano Alberghini ha evidenziato di essere indipendente dal punto di vista economico, ma anche Raffaella Sutter lo è, con la sua pensione mi sembra più vicina alla realtà delle persone comuni.

De Pascale ha difeso le discontinuità della sua proposta politica rispetto a quelle del passato. Rivolgendosi agli elettori ha fatto notare che anche a Bologna si volle cambiare puntando su Guazzaloca, ma che poi si è ritornati al Pd perché mancava un vero progetto di gestione della città da parte della destra.

Staremo a vedere chi avrà ragione con le elezioni…

 

 

 

 

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