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Napoli
Si tratta di decidere chi sarà il secondo partito al ballottaggio; stando ai recenti sondaggi pubblicati sul quotidiano la Repubblica il 20 maggio 2016, vi sarebbe poco distacco tra Gianni Lettieri, Forza Italia, Matteo Brambilla, M5S, e Valeria Valente del Pd.
Ma la candidata del Pd rischia di pagare a caro prezzo l’alleanza con Denis Verdini: è di venerdì scorso la notizia che il senatore Vincenzo D’Anna, del partito di Denis Verdini, ha chiesto di togliere la scorta a Roberto Saviano e a Rosaria Capacchione. Saviano è stato definito anche una icona farlocca della lotta contro la camorra. Sdegnata reazione della minoranza dem, che attacca l’alleanza del Pd con Denis Verdini: tradisce i valori di fondo del partito democratico. Un’altra polemica sulla strada verso le amministrative di cui francamente non si sentiva il bisogno.
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Roma
E l’alleanza con Denis Verdini è stata estesa pure a Roma, a sostegno di Giachetti; se il buongiorno si vede dal mattino non è un buon viatico per il candidato del Pd, che adesso cominciava a crederci nella rimonta contro la candidata del movimento cinque stelle Virginia Raggi, dopo le sue improvvide uscite sulle decisioni amministrative da prendere insieme con lo staff non votato, ma designato dalla Casaleggio Associati.
Berlusconi invece è alla terza giravolta della campagna elettorale: dopo avere indicato Bertolaso per la guida del comune di Roma, dopo aver puntato su Alfio Marchini, dato però perdente nei sondaggi, Berlusconi decide di scommettere questa volta su uno scontro Giachetti-Meloni al ballottaggio.
A questo punto la Meloni deve incominciare seriamente a preoccuparsi per il sostegno dell’ex cavaliere, che sembra un re Mida all’incontrario. Berlusconi dunque va a Canossa, cercando di recuperare l’alleanza con Fratelli d’Italia e Lega, che aveva pubblicamente sconfessato puntando su Alfio Marchini.
CROLLO DEL LUNGARNO A FIRENZE: QUALI EFFETTI SULLE AMMINISTRATIVE?
L’altra mina da disinnescare sul cammino del Pd verso le elezioni amministrative è il danno d’immagine per Renzi provocato dal crollo del lungarno a Firenze.
Publiacqua, l’azienda che gestisce la rete idrica e partecipata dal Comune non ci sta a passare per la responsabile di quanto accaduto e reagisce agli attacchi del sindaco Nardella, che aveva parlato di errore umano e di dimissioni dell’amministratore delegato.
Secondo il Resto del Carlino lo scontro tra il sindaco Nardella e Publiacqua sarebbe anche di natura politica: renziano il sindaco, tutt’altro che renziano l’amministratore delegato, in quanto la sua nomina si deve al socio privato di Publiacqua, la romana Acea.
Nardella dice anche che vigilerà personalmente affinchè nemmeno un euro speso per i lavori di ripristino del lungarno ricada sulle tasche dei cittadini.
E il Resto del Carlino perfidamente annota: “Bene. Ma siccome gli utili di Publiacqua sono per il 60% soldi che tornano ai comuni-soci che li utilizzano per i servizi ai cittadini, alla fine anche stavolta a pagare sarà di fatto il contribuente. In questo, una classica storia italiana più che fiorentina.” E’ un mondo difficile per Matteo Renzi.
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