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Un interessante articolo del settimanale The Economist passa in rassegna i recenti sviluppi in ambito AR. Queste tecnologie, che permettono di sovrapporre agli oggetti inquadrati nel nostro campo visivo informazioni a essi relative o altri contenuti, stanno trovando interessanti impieghi non tanto nel mercato consumer quanto nella produzione industriale, in particolare nelle attività di manutenzione e controllo, e in ambito sanitario. Gli incrementi di produttività ipotizzati, se davvero si realizzeranno, sono impressionanti. E sul lavoro, in fondo, è considerato normale indossare caschi di protezione e altri strani oggetti.
Nel frattempo la VR (tecnologia fortemente immersiva, che attraverso apposite apparecchiature permette di “vivere” esperienze simulate in ambienti virtuali) ha trovato uno sponsor d’eccezione: Mark Zuckerberg. Il fondatore di Facebook nel 2014 ha acquisito Oculus, azienda all’avanguardia nello sviluppo di tecnologie VR, spendendo 2 miliardi di dollari; il modello Oculus Rift sta arrivando sul mercato italiano proprio in questi giorni. Gli altri protagonisti dei settori elettronica di consumo e hi-tech non stanno a guardare: la concorrenza si annuncia vivace.
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Ma a chi possono interessare gli apparecchi VR, oltre che agli amanti delle novità a tutti i costi e ai ragazzini appassionati di videogame? Per esempio ai pubblicitari: la Realtà Virtuale potrebbe essere la nuova frontiera dell’advertising, come ha sottolineato Paolo Pascolo, direttore creativo di Imille, intervenendo a un incontro all’Università Cattolica di Milano dedicato a “Digital Advertising 3.0: i nuovi scenari della comunicazione“.
Staremo a vedere. Magari con l’aiuto dei Google Glass, o di un casco VR.
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Digital advertising 3.0
Le tecnologie digitali aprono inconsueti e innovativi scenari al mondo della comunicazione e della pubblicità. Permettono, in particolare, di entrare in relazione con gli utenti per comprenderne i bisogni, coinvolgerli e seguirne il percorso di fruizione del servizio/prodotto sino alla condivisione dell’esperienza con gli altri. Dalla comunicazione orientata alla persuasione, caratteristica della pubblicità tradizionale, si passa ora al dialogo e al confronto per un digital advertising basato sui dati, personalizzabile ed engaging. Il libro si propone come strumento agile e completo per acquisire padronanza di metodi, strategie e strumenti propri dell’advertising digitale. Il testo parte dai primi esempi di pubblicità online per arrivare alle pratiche correnti e agli strumenti del futuro, comparsi solo in tempi recentissimi nel panorama del marketing. La presentazione di concetti e strumenti è arricchita da numerosi casi di studio e dalla testimonianza diretta di protagonisti del settore. Gli Autori Paolo Mardegan È fondatore e CEO di DigiTouch SpA e consigliere direttivo IAB. Autore di pubblicazioni su marketing e pubblicità è inoltre docente di corsi di mobile e digital advertising.Giuseppe Riva È professore di Psicologia della Comunicazione e Psicologia e Nuove tecnologie della Comunicazione all’Università Cattolica di Milano. Autore di numerosissime pubblicazioni in Italia e all’estero, è presidente dell’Associazione Internazionale di CyberPsicologia (i-ACTOR).Sofia Scatena Esperta di comunicazione digitale, giornalista, web writer, autrice e traduttrice, ha insegnato alla SDA Bocconi ed è ora docente a contratto di Psicologia
Paolo Mardegan, Giuseppe Riva, Sofia Scatena | 2016 Maggioli Editore
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