Il 26 aprile 1986, all’ 1:23, il reattore quattro della centrale nucleare di Chernobyl è esploso a seguito di un errore dell’operatore. Un incendio si è protratto per 10 giorni, con una ricaduta radioattiva che si è diffusa per oltre decine di migliaia di chilometri quadrati. Il suolo e i corsi d’acqua di Ucraina, Biellorussia e Russia sono stati sostanzialmente contaminati da più di 100 elementi radioattivi.
In alcune zone, il livello di radiazione era quasi 77.000 volte superiore rispetto alla norma di fondo media e 40 volte il massimo ammissibile. Qual’è la situazione oggi a 30 anni dall’incidente.
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