Secondo l’audizione del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti svoltasi il 1° marzo scorso presso la Commissione Ambiente della Camera, grava a tutt’oggi in modo pesante sulle finanze pubbliche la mancata esecuzione delle sentenze della Corte di Giustizia, in relazione a ben 200 discariche abusive ubicate sul territorio di 18 Regioni italiane.
Si tratta di discariche non conformi alle norme delle direttive europee sull’ambiente, e per le quali sono necessarie urgenti operazioni di messa in sicurezza e bonifica, con interventi non di rado complessi e costosi.
Il 2 dicembre 2014 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha condannato l’Italia al pagamento, per tali violazioni, di una sanzione forfettaria di 40 milioni di euro e – quel che più conta – di una penalità semestrale di 42, 8 milioni di euro da pagarsi a oltranza fino all’esecuzione completa della pronuncia.
Il ministro fa sapere che il 24 febbraio 2015 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha provveduto al pagamento della somma forfettaria di 40 milioni di euro e, in data 11 marzo 2015, dei relativi interessi di mora pari a 85.589.04 euro.
Dopo di che il meccanismo della sentenza prevede il pagamento periodico semestrale dell’ingente somma di 42, 8 milioni, da decurtarsi, alla scadenza di pagamento, di 400.000 euro per la messa a norma di ogni discarica contenente rifiuti pericolosi e di 200.000 euro per la messa a norma di ogni discarica contenente rifiuti non pericolosi.
A seguito della messa a norma di 14 discariche, in data 24 agosto 2015 il Mef ha provveduto al pagamento della prima penalità semestrale (ridotta, per così dire) di 39,8 milioni di euro, ma la strada è ancora lunga per arrivare alla messa in sicurezza di tutti i siti inquinati.
Al 13 luglio 2015, rimanevano in procedura di infrazione ancora 185 discariche, ma l’8 febbraio scorso la Commissione Europea ha riconosciuto la messa a norma di ulteriori 29 discariche, escludendo i relativi siti dal computo della penalità semestrale, e notificando al Governo italiano l’ingiunzione di pagamento della seconda penalità semestrale per le discariche restanti, per un ammontare di 33.4 milioni.
Fatto sta che il più resta da fare, per cui è stata inviata una diffida agli enti locali competenti per le 151 discariche tuttora fuorilegge, e la situazione è quotidianamente monitorata dal Ministero.
In appena 10 casi gli enti hanno adempiuto a quanto loro imposto ed è in istruttoria la documentazione da trasmettersi alla Commissione europea per il calcolo della terza sanzione semestrale.
In molti casi, riferisce il ministro dell’Ambiente, i termini imposti con le diffide sono scaduti e le Amministrazioni interessate non hanno avviato o completato le attività prescritte.
Che succederà in questi casi per gli enti locali inadempienti?
È probabile l’esercizio dei poteri sostitutivi da parte dello Stato, tant’è che sono già state trasmesse le informazioni necessarie alla Presidenza del Consiglio del Ministri per le valutazioni del caso e per l’eventuale commissariamento delle amministrazioni inadempienti.
Lamenta il ministro che “lo Stato è costretto a farsi carico, tanto dal punto di vista amministrativo quanto dal punto di vista finanziario, del comportamento omissivo delle amministrazioni locali e regionali che, nel caso delle discariche abusive, non ottemperano ai compiti loro assegnati.
Sotto il profilo finanziario, c’è da aspettarsi una pesante ricaduta dell’onere delle sanzioni sul territorio locale.
La legge 208/2015 (legge di stabilità 2016) prevede il diritto di rivalsa dello Stato nei confronti delle amministrazioni locali, per quanto riguarda le violazioni normative che hanno determinato le sentenze di condanna in sede europea.
Secondo l’articolo 1, comma 813, della suddetta legge è infatti previsto che “a fronte dei pagamenti effettuati, il Ministero dell’economia e delle finanze attiva il procedimento di rivalsa a carico delle amministrazioni responsabili delle violazioni che hanno determinato le sentenze di condanna, anche con compensazione con i trasferimenti da effettuare da parte dello Stato in favore delle amministrazioni stesse”.
Il ministro aggiunge “che non è più necessario, a seguito delle modifiche normative introdotte con la Legge di Stabilità per il 2016, acquisire l’intesa con le amministrazioni responsabili delle violazioni”, facendo chiaramente intendere la volontà del Governo di avere le mani libere sul territorio per affrontare la spinosa questione.
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