Nelle Avvertenze generali relative alle prove e ai programmi per il concorso a cattedra appena bandito (cfr. allegato A al D.M. n. 95/2016 ) al candidato per tutti gli ambiti disciplinari e per le scuole di ogni ordine e grado è richiesto di dare prova di possedere non solo una adeguata conoscenza dei contenuti della propria materia di insegnamento, ma anche una competenza didattico-educativa consistente nella capacità di progettazione curriculare della disciplina congiunta alla attitudine a realizzare percorsi in sintonia con i bisogni formativi degli studenti e con l’obiettivo di perseguire con particolare attenzione la inclusione degli alunni con disabilità e portatori di bisogni educativi speciali. Nell’attuazione di tale progetto didattico si inserisce la conoscenza della legislazione e della normativa scolastica che ciascun candidato deve padroneggiare in modo da affrontare i problemi pedagogici e metodologici in un quadro giuridico di riferimento nel quale si colloca la scuola come istituzione e comunità educante.
A completamento del discorso qui intrapreso, va sottolineato che le succitate Avvertenze prescrivono per tutti i candidati la conoscenza di argomenti che partendo dalla Costituzione includono essenzialmente la specifica normativa della Pubblica Istruzione (ordinamenti scolastici, autonomia scolastica, governance delle istituzioni scolastiche, stato giuridico e contratto di lavoro del personale docente, gli organi di supporto Indire e Invalsi, il sistema nazionale di valutazione e la normativa relativa agli alunni disabili con disturbi di apprendimenti e con bisogni educativi speciali, l’insegnamento nella prospettiva europea) fino a pervenire alla recente legge n.107/2015, più nota come Buona Scuola.
Alla luce di quanto sopra esposto, si evince che il docente quale tecnico dell’istruzione e dell’educazione nell’esercizio del suo ruolo e della sua mission deve essere in grado di orientarsi nel complicato universo della legislazione scolastica, che per sua natura ha caratteri della inorganicità e della provvisorietà dovuti al continuo succedersi di leggi, decreti e numerose norme interne emanate mediante ordinanze e circolari ministeriali.
Si consideri altresì che la legislazione scolastica – ad eccezione dei corsi laurea in Scienze della formazione – non è di norma presente nei piani di studio dei corsi universitari, ragion per cui i candidati al concorso ( necessariamente non cultori di discipline giuridiche ) nel corso della preparazione alle prove avranno l’onere di acquisire il glossario di base della complessa produzione legislativa in ambito scolastico, il che è preliminarmente indispensabile ai fini di un puntuale apprendimento delle varie tematiche.
Sulla base di tale approccio alla disciplina in argomento i candidati saranno così messi in grado di possedere e comprendere i lineamenti dell’ordinamento scolastico italiano in modo tale da collegare in forma critica ed autonoma i vari provvedimenti legislativi, che andranno poi ad applicare nei contesti reali offerti dalla prassi didattica.
In definitiva, è innegabile che gli obiettivi formativi della legislazione scolastica mirano a rendere completa la preparazione del singolo candidato, il quale forte del suo bagaglio di conoscenze giuridiche potrà assumere piena consapevolezza della responsabilità etica e culturale connessa alla funzione docente.
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