Guidare senza patente diventa un caso

Nello schema del governo sulle depenalizzazioni non è più reato ma illecito amministrativo Polemica sulla cannabis. Orlando: «Misure diverse solo per chi la produce per usi terapeutici»

 
 Il governo, in vista del Consiglio dei ministri di venerdì 15, passa al setaccio la delega sulla depenalizzazione autorizzata dal Parlamento nel 2014 con la legge 67, in scadenza il 17 gennaio. Dal menu dei reati puniti con la sola pena pecuniaria da trasformare ora in illeciti amministrativi (atti osceni, abuso di credulità popolare, noleggio di materiale coperto da copyright, etc), sono già saltati i piatti forti: l’immigrazione clandestina e il disturbo della quiete notturna e ora balla — sempre con un occhio del premier Renzi rivolto alle reazioni dell’opinione pubblica — anche l’inottemperanza delle prescrizioni per chi è autorizzato a coltivare cannabis per scopi terapeutici. Nell’elenco delle depenalizzazioni resta, però, la guida senza patente.

Oggi l’articolo 116 (XV comma) del Codice della Strada prevede la sanzione penale dell’ammenda (da 2.257 a 9.032 euro) per chi guida senza aver conseguito l’esame e per chi circola con la patente scaduta. Lo schema di decreto legislativo preparato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando prevede di trasformare il reato in sanzione amministrativa solo per i casi in cui non ci sia recidiva. In pratica chi sarà scoperto a guidare senza patente per la prima volta eviterà sì il processo penale (che spesso finisce con la prescrizione), ma dovrà pagare una sanzione salatissima: da 5 mila a 30 mila euro. La seconda volta senza patente, nell’arco del biennio, c’è anche l’arresto fino a un anno e il calcolo della recidiva. Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia della Camera, e anche gli uffici del ministro sono convinti che la sanzione salatissima sarà più efficace dell’ammenda. Tuttavia a Palazzo Chigi già hanno scelto la via del rinvio con l’immigrazione clandestina e la coltivazione della cannabis terapeutica. E dunque la coincidenza con l’approvazione del reato autonomo di omicidio stradale (previsto per fine mese alla Camera con l’ergastolo della patente, da 15 a 30 anni di sospensione, in caso di incidente mortale) potrebbe scatenare i centristi del Ncd che su droga e immigrazione hanno già guidato il fronte del no. La guida senza patente in caso di incidente mortale, puntualizza la relatrice Alessia Morani, sarebbe però una aggravante dell’omicidio stradale.

 

Il ministro Beatrice Lorenzin (Ncd) è stata la prima a dire ai colleghi che sulla cannabis era meglio «dare un segnale»: non depenalizzando perfino le rare inottemperanze delle prescrizioni previste per chi ha l’autorizzazione a coltivare le sostanze per scopi terapeutici. «I casi in cui è applicato questo reato sono pochissimi — ha commentato Orlando — e riguardano gli istituti di ricerca. Dunque, non sposta nulla questa depenalizzazione». Ecco, il reato da depenalizzare (introducendo una sanzione amministrativa fino a 30 mila euro) riguarda le case farmaceutiche autorizzate: «Chiunque non osserva le prescrizioni e le garanzie…» per la fabbricazione autorizzata delle sostanze (articolo 28, comma 2 del Testo unico sugli stupefacenti). Sia chiaro, spiega Donatella Ferranti, «nessuno ha chiesto la depenalizzazione della coltivazione della cannabis che resta sanzionata con il carcere… per cui, su questo reato del tutto marginale, è bene che il governo rispetti i principi di delega votati dal Parlamento».

L’articolo 659 del codice penale (disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone) rimane anche se le sanzioni sono modeste (fino a tre mesi di arresto e fino a 309 euro di ammenda) e non spaventano i gestori di discoteche e fiaschetterie. L’unica consolazione per i cittadini tartassati dalla movida sarà quella di poter chiamare ancora carabinieri e polizia. Senza il penale la competenza sarebbe dei vigili.

Avrebbe dovuto sparire anche il reato di immigrazione clandestina che magistrati e polizia chiedono di cancellare perché gli stranieri irregolari indagati («Per i quali spendiamo 1.000 euro ciascuno per l’avvocato d’ufficio», osserva Orlando) poi non possono testimoniare contro gli «scafisti» perché risultano indagati per reato connesso. Renzi, pressato da Alfano, ha chiesto un rinvio. E ora il Guardasigilli sta pensando a come tappare la falla: «Ci potrebbe essere un emendamento del governo al Senato al ddl penale anche per rispondere alla Corte di Strasburgo che, in via generale, ci invita a non applicare per i medesimi comportamenti la sanzione penale e la misura amministrativa». Reato cancellato ma solo nel momento in cui verrà rafforzata l’espulsione dello straniero applicata dal prefetto.

di Dino Martirano
da corriere.it

>FRA I REATI DEPENALIZZATI CI SARA’ ANCHE LA GUIDA SENZA PATENTE
UN SEGNALE PREOCCUPANTE E CONTRADDITTORIO PROPRIO MENTRE STA PER ESSERE APPROVATO (SI SPERA) L’OMICIDIO STRADALE


Avevamo già espresso le nostre perplessità e la nostra contrarietà. (ASAPS)

Redazione MotoriOggi

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