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“La sua proposta di flessibilità a partire da 62 anni d’età con 35 di contributi e l’8% di penalizzazioni – sottolinea Damiano -peserebbe sui conti dello Stato solo per i primi 4 anni, per i restanti 19 (considerando l’aspettativa di vita a 85 anni) lo Stato andrebbe incontro a risparmi”.
Non si può fare riferimento a costi aggiuntivi per la questione salvaguardia-esodati e Opzione donna. Secondo Damiano, infatti, i risparmi ci sono, vanno solo “restituiti” per poter garantire tutela ai 26mila esodati e poter ripristinare i termini stabiliti dalla Legge 243/2004.
In riferimento ai precoci, la quota 41, vale a dire l’uscita dal lavoro dopo 41 anni di contributi versati senza penalizzazioni e limiti d’età, va assolutamente concessa. Non si può calcolare l’aspettativa di vita per tutti in maniera uguale, ma è necessaria una distinzione che si basi sul lavoro svolto affinché il sistema pensionistico sia equo. Questa l’opinione di Damiano secondo cui “chi svolge mestieri ben retribuiti e non usuranti ha mediamente un’aspettativa di vita maggiore rispetto a chi svolge professioni pesanti”.
Intanto il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sembra non voler tornare sui suoi passi rassicurando comunque che l’intervento sulla flessibilità in uscita sarà fatto agli inizi del prossimo anno. “Il provvedimento sulla flessibilità delle pensioni – fa sapere Renzi – sono pronto a chiuderlo nel giro di pochi mesi ma non in modo raffazzonato”. “Faremo partire con l’Inps un grande lavoro di coinvolgimento degli interessati”, ha concluso.
Non si esclude, tuttavia, che il ddl possa essere depositato già a dicembre per poi rimandarne la discussione agli inizi del 2016. C’è chi invece, come Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro di Palazzo Madama, propende per una Legge Delega.
Nonostante legge di Stabilità non comprenderà misure di flessibilità in uscita la manovra dovrebbe comunque prevedere la settima salvaguardia (la Commissione Lavoro della Camera ha licenziato il 1° ottobre un testo unitario che ora attende di essere recepito dal Governo) e una soluzione alla questione Opzione donna che revisioni le due Circolari Inps del 2012 che non permettono alle lavoratrici che hanno maturato i requisiti nel 2015 di accedere al ricalcolo contributivo dell’assegno.
Per saperlo dovremmo attendere domani con l’approvazione del Cdm della legge di Stabilità.
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