Avvocati: come cambia la laurea in giurisprudenza

Redazione 06/10/15
Grandi cambiamenti si annunciano per i futuri avvocati. Per chi, infatti, aspira ad intraprendere tale professione non si prospetta più il tradizionale iter accademico, bensì corsi di laurea profondamente mutati. A prevedere le modifiche è intervenuto lo stesso Miur che nella bozza di decreto ha stabilito che gli aspiranti avvocati nella rispettiva carriera universitaria non avranno più a disposizione un ciclo unico, potendo invece scegliere di seguire il percorso 4+1, o diversamente il 3+2.

Queste, in sintesi, le variazioni principali attorno alle quali si delinea il profilo dei futuri corsi di laurea in giurisprudenza, anticipato dalla bozza predisposta dal Miur e già condivisa dalla comunità scientifica.

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Può dirsi così così addio al ciclo unico a favore, sostanzialmente, di due corsi. Da un lato, si prospetta il 3+2 che offre meno crediti formativi “vincolati” a favore invece di quelli “liberi”, oltre a più numerosi ambiti interni per poter costruire il proprio personale percorso di studi e un biennio specialistico che prevede nuove discipline a vocazione “territoriale”, più affini alle concrete esigenze di mercato.

Dall’altro lato, il corso 4+1 per chi, al contrario, vuole intraprendere la carriera di avvocato o notaio, avente numero “chiuso” per l’ultimo anno, ossia l’anno della specializzazione al termine dei 4 precedenti, oltre alla possibilità di effettuare 6 dei 18 mesi di pratica richiesti durante il corso di studi, come stabilito dalla legge professionale forense (L. 247/2012).

Ciò che accomunerà i due percorsi sarà il livello più elevato di specializzazione. A discapito, quindi, di un’impostazione formativa più teorica e generalista come quella attuale, si vuole introdurre un’offerta maggiormente specifica che sia più conforme alle esigenze reali del mercato del lavoro, e allo stesso modo che possa garantire maggiori opportunità in termini di internazionalizzazione e scambi culturali, in particolar modo quelli in ambito comunitario.

Approderà a breve il provvedimento sul tavolo del Miur; per diventare operativo dovrà poi essere esaminato e condiviso anche dal ministero della Giustizia.

 

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