A confermarlo, il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che aggiunge: “Il ministro Poletti parla dell’esigenza di trovare un equilibrio nei conti: noi insistiamo nel dire che gli esodati possono essere tutelati utilizzando i risparmi realizzati nell’apposito Fondo. Opzione Donna, come ha sostenuto lo stesso ministero del Lavoro, non avrebbe bisogno di coperture: in ogni caso, per risolvere il problema, siamo disposti ad adoperare una piccola quota delle risorse accantonate sempre dal Fondo degli esodati purché si facciano bene i conti: oltre ai costi – ha proseguito Damiano – bisogna conteggiare anche i risparmi che derivano da un assegno pensionistico tagliato del 30% per più di 18 anni”.
Per quanto concerne la flessibilità il presidente della Commissione Lavoro ha ribadito: “la stiamo sostenendo dalla scorsa legislatura: anche in questo caso, calcolando la sua applicazione con l’aspettativa di vita media di oltre 84 anni, si ottengono dei risparmi e non dei costi”. Confermando la disponibilità al confronto, Damiano sottolinea però come non si sia “più disposti ad accettare a scatola chiusa i conteggi delle risorse necessarie per attuare le riforme: quando tra previsione e consuntivo ci sono differenze del 50% c’è qualcosa che non va”, conclude.
Con la prossima manovra di Stabilità, secondo Damiano, si dovrà “affrontare la questione della flessibilità nel sistema pensionistico: poter andare in pensione a partire dai 62 anni con 35 di contributi ed una ragionevole penalizzazione dell’8% oppure con 41 anni di contributi senza penalizzazioni sulla pensione, è una misura di modernizzazione del sistema, molto semplice, che combatte le nuove povertà di chi rimane senza lavoro e senza pensione e favorisce, con il turnover, l’occupazione dei giovani”.
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