Mentre il Governo dunque è intento a studiare soluzioni alle situazioni di ”disagio” degli esodati con scarse possibilità di ricollocamento che non sono rientrati nelle sei salvaguardie, Cgil, Cisl e Uil chiedono che “in tempi brevi possa essere approvata la settima salvaguardia e si arrivi ad una soluzione strutturale e definitiva per gli esodati e l’Opzione Donna”. Il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli, durante il presidio ha dichiarato: “Questi temi non vanno confusi con quello più generale del ripristino della flessibilità nell’accesso al pensionamento”. Lo stesso premier Matteo Renzi ha confermato, lunedì sera, che nessun intervento per un’uscita flessibile dal lavoro sarà prevista nella Finanziaria 2016. La polemica sugli esodati è stata riaccesa la settimana scorsa, dopo le dichiarazioni del Tesoro in merito al fatto che le risorse destinate a tutelare gli esodati, finora inutilizzate, essendo tornate nelle casse del ministero, non sono più utilizzabili per una nuova, eventuale, salvaguardia. Carenze di copertura si delineerebbero anche in merito all’auspicata estensione oltre il 2015 della cosiddetta Opzione Donna, ovvero la possibilità per le lavoratrici di andare in pensione in anticipo a 57 anni di età e 35 di contributi, ma con l’assegno calcolato con il sistema contributivo, con una penalizzazione quindi di circa il 30%.
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