Alla base di questa decisione comunitaria, l’intento di unire le forze per farsi sentire ed ottenere giustizia. Sono tante infatti, da fronti politici e non, le voci che si alzano a favore di una forte manifestazione di piazza contro la motivazione del Mef che lo scorso 9 settembre ha di fatto bocciato sia l’Opzione Donna che la settima salvaguardia per gli esodati, sostenendo come le eventuali risorse siano andate in economia e non siano dunque più recuperabili. La Rete dei Comitati Esodati chiede invece che i soldi “scippati” dallo Stato, vale a dire le risorse del fondo esodati, “non abbiano altre destinazioni se non per il completamento delle salvaguardie”. Il presidio di domani non è stato e non sarà di certo l’unico in programma davanti al Ministero. Tutti gli esodati, infatti, sono stati invitati dai comitati ad una mobilitazione permanente volta a superare l’alt posto dalla Ragioneria e a rispettare le leggi che li vedono coinvolti in prima persona.
Questi gli obiettivi della manifestazione indetta per domani che rinnova ancora una volta l’evidente sensibilizzazione da parte di tutte le forze politiche e sociali su questa delicata tematica. In molti quelli pronti anche ad intraprendere azioni legali, civili e penali, nazionali e comunitarie, a tutela dei danneggiati, contro quello che viene considerato come un esproprio illegale di fondi. Al loro fianco, si schiera anche il presidente della commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano, oltre all’ex capogruppo dem Roberto Speranza. Non mancano poi le critiche prese di posizione da parte dei vari partiti: Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia accusano tutti il governo di voler finanziare interventi previsti nella Legge di Stabilità.
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