Bersaglio di quello che il presidente francese Hollande non ha esitato a definire un vero e proprio attentato, la redazione del settimanale che si trova proprio nella capitale. I criminali si sono fatti largo all’interno dell’edificio armati con i kalashnikov, dopo aver sopraffatto la sicurezza con una ferocia inaudita che alcuni video già diventati virali stanno mostrando in queste ore. La sede del giornale, infatti, era sottoposta a un programma di copertura dopo le numerose minacce ricevute in tempi recenti. Quindi, gli attentatori sono fuggiti a bordo di un’auto rubata, poi abbandonata.
Il settimanale Charlie Hebdo era alfiere di una satira pungente e anticonformista, che non risparmiava nessuno: dalle istituzioni politiche a quelle religiose. E proprio alcune vignette anti Islam sarebbero all’origine dell’attentato atroce che da oggi ha visto letteralmente decimata la redazione di Charlie Hebdo.
Testimoni oculari hanno raccontato che gli uffici del settimanale sarebbero simili a un campo di battaglia e c’è da ritenere che si tratti di verità: a poche ore dall’attentato, il bollettino parla infatti di 12 morti e almeno 20 feriti in quello che è stato un agguato in piena regola, programmato minuziosamente e poi portato a termine con una ferocia inaudita, al grido, si sente nei video amatoriali girati con i telefonini dalle palazzine confinanti, di “Allah u Akbar!” (Allah è grande), parole che più volte sono state associate ad attentati kamikaze o episodi legati al jihad.
Dunque, la matrice islamica sembra fuori discussione, tenendo presente che il settimanale, già nel 2006, si distinse per aver ripreso le vignette pubblicate in Danimarca sul profeta Maometto, che scatenarono dure proteste in molti Paesi musulmani. Da allora, l’organo satirico, è stato più volte oggetto di ritorsioni,
Stephan Charbonnier, direttore del settimanale, ha perso la vita nel tragico evento. Con lui, vittime del più grave attentato in terra francese degli ultimi cinquent’anni, anche i maggiori vignettisti, noti con nomi e pseudonomi, come Goerges Wolinski, Cabu e Tignous.
L’attentato arriva a poche settimane dall’irruzione nel parlamento canadese a Ottawa e alla presa in ostaggio dei clienti di un bar a Melbourne, sempre a opera di fanatici integralisti. Una nuova, cruenta e terribile fase del terrorismo internazionale che si abbatte sui Paesi democratici. Su Twitter, si è diffuso l’hashtag #jesuischarlie per comunicare cordoglio nei confronti delle vittime di questa barbarie.
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