In questo modo, insomma, non solo è stata garantita piena unanimità delle forze politiche sul provvedimento, ma soprattutto si è evitato un inutile passaggio in aula, dal momento che tutti i partiti hanno appoggiato il testo licenziato dalla Camera lo scorso 3 luglio.
Così, si è posta un’altra toppa al “buco” degli esodati, scatenato con la riforma Fornero – ma già aperto dagli interventi del precedente ministro Sacconi – e ancora tutt’altro che arginato.
Chi sono i nuovi salvaguardati
Il testo approvato ieri innalza a 170.230 il numero di pensioni assicurate in via straordinaria agli esodati, anche se ancora gran parte di esse devono essere erogate. Dunque, rispetto al computo precedente, sono solo 8.100 le salvaguardie in più garantite dal provvedimento approvato ieri a palazzo Madama: gli altri 24.000 posti, infatti, sono assicurati solo in quanto recuperi di slot inutilizzati dai primi due decreti, precisamente 20mila dal primo testo e 4mila dal secondo. Si tratta di un’operazione dal costo complessivo di 2 miliardi di euro, che però saranno notevolmente ridotti per via dei posti non assegnati negli interventi precedenti.
La legge prevede un allungamento di un anno relativamente alla possibilità di maturare i requisiti di accesso alla pensione con i vecchi requisiti a categorie già coinvolte dai salvataggi precedenti, e nello specifico:
12mila lavoratori autorizzati al versamento volontario dei contributi;
8.800 esodati e licenziati
5.500 lavoratori in mobilità e autorizzati alla contribuzione volontaria
1.800 in congedo per assistere figli con gravi disabilità o fmailiari con handicap
4.000 per chi, con un contratto a termine concluso tra il 2007 e il 2011, non ha poi ritrovato possibilità di impiego e andrà in pensione con i vecchi requisiti entro il gennaio 2016
Tutte le categorie sopra citate, hanno 60 giorni di tempo dall’entrata in vigore della legge approvata in commissione deliberante al Senato.
Vai al testo della sesta salvaguardia esodati
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