Per quanto riguarda le modifiche alla legge Fornero, pare si tratti di uno scoglio davvero insormontabile: la resistenza di alcuni gruppi di politici e tecnici a non mettere in discussione la riforma pensioni in vigore dal 2012. Così, diviene improbabile immaginare cambiamenti significativi alla normativa che regola l’accesso alle pensioni: proprio come successo ai Quota 96.
I dimenticati della scuola
Sembrava tutto deciso: dal primo settembre 4mila docenti e amministrativi Ata avrebbero potuto abbandonare il posto di lavoro, avendo garantito l’accesso alla pensione sfumato a suo tempo per una mancanza nella legge Fornero, che non aveva previsto il ritiro dei lavoratori della scuola secondo il calendario scolastico.
Poi, all’ultimo gradino, lo stop clamoroso dovuto a pressioni politiche e all’intervento della Ragioneria di Stato che ha bloccato l’erogazione dei 400 milioni necessari a garantire la copertura per l’assegno ai Quota 96.
Peccato, però, che proprio nei giorni scorsi sia divenuta effettiva la pensione per 850 insegnanti e amministrativi secondo la famigerata legge 124, con obbligo di comunicazione delle posizioni interessate entro i primi giorni di ottobre. Si tratta di una platea di beneficiari che ricade nella quarta salvaguardia esodati, che aveva incluso nel conteggio anche coloro che si trovassero in congedo straordinario al momento dell’entrata in vigore della riforma. La decorrenza del trattamento pensionistico sarà a partire dal primo settembre scorso.
Esodati
Intanto, sul fronte delle salvaguardie attualmente in esame, si registra l’interessamento del presidente del Senato Piero Grasso, il quale ha chiesto alla commissione di palazzo Madama che ha in esame il ddl con il nuovo contingente per il rientro nel welfare, di affrettarsi nell’approvazione del provvedimento. Secondo il testo in questione, altri 32mila esodati dovranno rientrare nel welfare.
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