Blocco stipendi pubblici, le forze dell’ordine: “Scioperiamo”

Redazione 05/09/14
La conferma del blocco agli stipendi della pubblica amminstrazione, ovviamente, non poteva lasciare indifferenti i diretti interessati. Che la notizia sarebbe stata accolta con ben pochi favori, era facile da intuire, ma che si sarebbe arrivati alle prime, concrete minacce di sciopero da parte delle forze dell’ordine, è davvero qualcosa di mai visto prima.

Per la prima volta nella storia della Repubblica, infatti, i rappresentanti di Polizia, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Marina, Esercito, Aeronautica, Guardia di Finanza hanno seriamente annunciato un possibile sciopero generale per la fine di settembre, ma non solo.

Nel comunicato lanciato dal Cocer Interforze, addirittura, si accenna alla richiesta ufficiale di dimissioni “di tutti i Capi dei vari Corpi e Dipartimenti, civili e militari, e dei relativi ministri poiché non sono stati capaci di rapprsentare i sacrifici, la professionalità e l’abnegazione del proprio personale”. Ciò, qualora la misura congela stipendi venisse confermata, come annunciato in questi giorni dal ministro della Funzione Pubblica Marianna madia, nella prossima legge di stabilità 2015.

Ovviamente, infatti, il blocco agli stipendi non riguarda esclusivamente gli impiegati amministrativi e gli insegnanti negli organici del Miur, ma anche tutti gli ufficiali e gli agenti in servizio per i Corpi di pubblica sicurezza dello Stato.

Qualora si tenesse lo sciopero delle forze dell’ordine, si tratterebbe di una vera e propria novità nella storia della Repubblica, un punto mai raggiunto in settant’anni di servizio e di tensioni sociali. Evidentemente, la situazione è arrivata a un punto di non ritorno: la latenza cronica di mezzi a disposizione delle forse dell’ordine ora si sta accompagnando a un potere d’acquisto sempre inferiore di salari ormai bloccati dal 2010 e dunque fortemente indeboliti.

Il premier Matteo Renzi non si è lasciato intimidire dai proclami delle divise pronte a incrociare le braccia: “Li riceverò, ma non accetto ricatti”, ha detto il presidente del Consiglio a seguito della notizia della mobilitazione delle forze dell’ordine.

Marijuana in mimetica

Nel frattempo, il ministero della Difesa ha ufficializzato, di concerto con l’istituto farmacologico militare, la possibilità di coltivazione di marijuana nello stabilimento chimico di Firenze proprio da parte dell’Esercito, che realizzerà farmaci derivati dalla cannabis, ora importati dall’estero con esborsi molto elevati.

Redazione

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