Quota 96 fuori da riforma scuola. Nessuna pensione a settembre

Redazione 26/08/14
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Niente da fare per i Quota 96. Nonostante il governo sia proteso alla riforma della scuola, da varare in tempi strettissimi, sembra proprio che l’unica voce esclusa dal testo in via di presentazione sia ancora la pensione dei dimenticati dalla legge Fornero, e, ora, rimasti nel limbo lavorativo.

Tramontata la speranza di vedersi accordata la pensione al primo settembre con la riforma della pubblica amministrazione, il pacchetto scuola era diventata l’ennesima speranza per docenti e personale Ata che, nel 2012, non andarono in pensione per una svista del ministero, il quale confuse la conclusione dell’anno scolastico con l’anno solare senza introdurre una misura ad hoc per questo genere di lavoratori. Questi, infatti, sarebbero dovuti ricadere nelle vecchie regole di pensionamento, come la norma stabiliva, ma con tempistiche diverse dovute all’annualità scolastica.

Nei giorni scorsi, aveva incominciato a circolare l’ipotesi secondo cui nella riforma in arrivo avrebbero trovato spazio anche i Quota 96 – ormai passati a Quota 101 o anche 103, destinati a diventare anche Quota 106 in alcuni casi. Ad alimentare nuove speranze, le risposte spedite dal ministro Madia ai docenti che, delusi dal dietrofront in Parlamento, avevano protestato per il mancato riconoscimento di un diritto acquisito.

Doccia gelata

Come si ricorderà, infatti, nel mese di luglio venne presentato un emendamento al decreto 90 di riforma della pubblica amministrazione, che avrebbe dovuto assicurare ai Quota 96 l’assegno previdenziale a partire dal primo settembre, consentendo, in simultanea, a 4mila precari e vincitori senza cattedra, di entrare nei ranghi dell’istruzione pubblica dopo anni di purgatorio nelle graduatorie.

Invece, il 7 agosto, il dl è stato convertito in legge dopo una terza lettura, resa necessaria proprio dal taglio, in Senato, della misura a favore del personale della scuola, che aveva suscitato le rimostranze sia della ragioneria di Stato che del commissario Cottarelli alla spending review.

Così, ieri, con la partecipazione del ministro Giannini al meeting di Cl a Rimini, ci si attendeva qualche parola sulla questione lasciata in sospeso dei Quota 96. E invece, il titolare del Miur, illustrando i prossimi interventi del governo in materia di educazione e didattica, ha dimenticato proprio i mancati pensionamenti.

Allora, alcuni insegnanti rientranti nella categoria dimenticata, avrebbe avvicinato il ministro al termine della conferenza. Stefania Giannini, a confronto con i docenti, avrebbe informato i diretti interessati che, al momento, non sono in previsione salvaguardie.

Non resta, dunque, che rassegnarsi, almeno per l’anno scolastico ai blocchi di partenza: l’ennesimo ritorno in cattedra per i docenti più attempati, in attesa che si trovino le risorse per garantire il loro diritto di andare in pensione maturato due anni fa e, oggi, ancora insoddisfatto.

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