Processo civile telematico, rischio flop tra avvocati e tribunali

Redazione 25/06/14
Partenza a rischio per il processo civile telematico. Mancano pochissimi giorni e poi entrerà ufficialmente in vigore la notifica digitale degli atti nelle vertenze di tipo civile, così come disposto dai termini di legge. Peccato, però, che ancora otto tribunali di dimensioni medio-grandi coinvolti nello sviluppo telematico delle cause civili, non siano ancora al passo per garantire lo svolgimento regolare del servizio.

Sono stati il ministero della Giustizia e il Consiglio superiore della Magistratura a diramare la fotografia delle sedi di giustizia in procinto di adottare la nuova normativa per la notifica degli atti, mettendo in luce come uffici di ampie dimensioni, tra cui Venezia, Pistoia e Lecce, non abbiano ancora messo a punto le proprie strutture per la completa notifica dei faldoni tramite rete telematica.

In realtà, è il generale stato delle infrastrutture della giustizia italiana a mettere in evidenza enormi lacune dal punto di vista tecnologico, al punto che non pochi osservatori si stano chiedendo se davvero il sistema sia pronto all’innovazione prevista per lunedì 30 giugno.

Non a caso, è sufficiente notare il numero dei legali che nell’ultimo anno hanno intrapreso la via della spedizione digitale degli atti notarili, per rendersi conto come le strutture – e la formazione di molti professionisti non più giovanissimi – siano oltremodo obsolete. Soltanto un avvocato su dieci, infatti, nell’ultimo anno, ha cercato di prendere confidenza con il nuovo strumento, tra pochissimi giorni obbligatorio per le cause civili.

Forse anche per questo motivo, il governo ha preferito definire un avvio graduale del processo civile telematico, stabilendo come vincolante la forma digitale esclusivamente per quegli atti i cui procedimenti si avvieranno a partire dal prossimo lunedì 30 giugno. In sostanza, si è cercato di evidenziare la differenza tra le cause in corso di fronte ai tribunali ordinari e quelle ancora in attesa di deposito degli atti. Così facendo, l’auspicio del Consiglio dei ministri è ovviamente quello di ottenere risultati più soddisfacenti e ridurre al minimo i fattori di possibile impasse del sistema giustizia.

Tornando ai Tribunali ancora arretrati, che non presentano linee e canali sufficienti a supportare l’innovazione del processo telematico, si tratta di Civitavecchia, Gorizia, Lecce Pistoia, Vallo Lucania, Velletri, Vibo Valentia, Venezia. 

Un  po’, dappertutto, poi, si lamentano malfunzionamenti ai terminali pc, o di rallentamenti alla linea di connessione, con il lievitare dei costi per l’assistenza informatica richiesta spesso all’esterno. A rinvigorire i tecnici del governo, però, i dati in crescita, anche in ragione dell’obbligo imminente, sul ricorso alla giustizia telematica: rispetto al mese di maggio 2013, gli atti digitali sono quasi raddoppiati a un anno di distanza.

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