Quest’anno, a differenza di dodici mesi fa, non ci sono state bufale che hanno mandato fuori strada gli organi di informazione. Sin dalle prime battute, infatti, ha iniziato a diffondersi la voce dell’uscita di Salvatore Quasimodo sull’analisi del testo, poi confermata dalla somministrazione della poesia “Ride la gazza, nera sugli aranci”. Autore un po’ ostico, che talvolta rimane un po’ in secondo piano tra i grandi del Novecento italiano vedi MOntale, Fenoglio o D’Annunzio – finalmente riportato agli onori che merita.
Era tra le attese il tema sull’Europa, che anche noi di leggioggi.it avevamo previsto tra i papabili, con una prospettiva, però, nient’affatto scontata, ponendo lo scenario dello scoppio della Grande Guerra a confronto con il quadro attuale. Più generico il saggio di stampo storico-politico, che presentava come nucleo la violenza e i metodi di lotta, prendendo spunto da posizioni come quella dei filosofi Walter Benjamin e Hannah Arendt. Forse, non appena si conosceranno le impressioni degli studenti, queste tracce potrebbero essere state le più gettonate.
Davvero sorprendente, invece, la scelta di affidare alle parole di Renzo Piano il tema di ordine generale, su un articolo firmato dal senatore a vita, apparso sul Sole 24 Ore. Al centro della traccia, il rapporto centro-periferia nelle città contemporanee, il degrado urbano, la costruzione degli spazi attorno alla vita dell’uomo.
Se come argomento non aveva suscitato particolare scalpore, poi, la traccia sulla tecnologia può aver spaventato, non già per l’argomento, un evergreen degli esami di maturità, ma per il taglio proposto dal Miur. In realtà, la traccia cientifica potrebbe essere stata quella che, a una maggior riflessione, i giovani d’oggi hanno sentito più vicina, visto che, negli ultimi anni, le relazioni sociali e la vita insieme si è spostata in buona parte sui social network e avviene tramite lo schermo di un dispositivo elettronico. A questo, ma non solo, erano finalizzati gli spunti offerti agli studenti, tra cui un estratto da un articolo del giornalista Fabio Chiusi, apparso in un numero dell’Espresso lo scorso febbraio, dal titolo carico di significati del “Trans umano”.
Mirato, invece, il tema del dono nel saggio breve o articolo di giornale di stampo artistico-letterario, con passi di Grazia Deledda, Enzo Bianchi, mentre l’ambito socio-economico, al solito uno dei più ostici per gli studenti, presentava una consegna focalizzata sulle nuove responsabilità, tra cui le problematiche delle migrazioni e dell’inquinamento, con stralci da opere di Amartya Sen e Jacques Attali.
Le tracce della maturità 2014, come da un po’ di anni non accadeva, hanno finalmente reso onore alla prova di crescita umana, culturale e sociale che l’esame di Stato si propone di lasciare in dote. Che gli argomenti non fossero particolarmente facili, è lampante a una rapida lettura delle tracce. Eppure, con certi input nient’affatto scontati, emerge l’invito a raccordare conoscenze maturate con il contesto attuale provocando un forte stimolo alla riflessione e il rifiuto del nozionismo fine a se stesso. Per questo, i temi 2014 proposti agli studenti paiono ben congegnati: perché puntano a sfornare non solo dei semplici diplomati, ma dei cittadini più consapevoli, e, dunque, maturi.
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