Come molti sapranno, il Governo venerdì sera ha abolito con Decreto Legge (non ancora in GU) otto sedi di TAR, tra cui il TAR Catania.
Più specificamente, l’art. 18 comma del DP Pubblica Amministrazione, rubricato “Soppressione di enti e uffici”, così dispone:“a decorrere dal 1° ottobre 2014 sono soppresse le sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale. Resta ferma la sezione autonoma per la Provincia di Bolzano. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro il 15 settembre 2014, sono stabilite le modalità per il trasferimento del contenzioso pendente presso le sezione soppresse, nonchè delle risorse umane e finanziarie, al tribunale amministrativo della relativa regione. Dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, i ricorsi sono presentati presso la sede centrale del tribunale amministrativo regionale”.
Si tratta di un inaspettato colpo di scure sulla Giustizia Amministrativa, che complica non di poco il lavoro di tutti gli attori processuali (giudici, personale amministrativo, avvocati), che tra l’altro al momento appare del tutto sfornito di adeguate motivazioni.
Non sono tardate le prime reazioni, già circolate nel fine settimana.
L’ANMA, Associazione Nazionale dei Magistrati Amministrativi, nel suo comunicato stampa ha definito “preoccupante” l’intervento del Governo sulle sezioni staccate dei TAR ed ha lamentato che ”manca una seria valutazione delle effettive ricadute in termini organizzativi, di risparmio di spesa, di funzionalità degli uffici giudiziari”.
Posizioni nette e decise giungono dalle parole dei Giudici presso i TAR soppressi.
Il Presidente Salvatore Veneziano, TAR Catania, ha rilasciato una dichiarazione già sabato mattina: “questa riforma risponde forse più esigenze di immagine del governo, di volere tagliare: ma i benefici di efficienza e economici sfumano, soprattutto per le grandi sedi”. Veneziano, inoltre, ha puntualizzato il fatto che “il numero di sezioni, quattro contro tre, e i contenziosi sono superiori rispetto alla sede di Palermo”.
Anche il Presidente del TAR Lecce, Antonio Cavallari, non le ha mandate a dire: “vorrei capire le ragioni di urgenza che sono alla base del decreto legge. Quelle di migliorare l’accessibilità della giustizia? Quelle di risparmiare? Non mi pare proprio”.
Qui un estratto del comunicato dell’associazione: l’intento non è soltanto quello di criticare questa scelta governativa – in effetti, a dir poco inspiegabile – e chiederne l’immediata soppressione; vogliamo anche e soprattutto celebrare la Giustizia Amministrativa, insieme a Giudici e personale del TAR, ribadendone efficacia ed imprescindibilità, ed avviare insieme un percorso condiviso di rafforzamento ed evoluzione.
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