Insomma, anche agli attuali percettori di Aspi – la nuova indennità di disoccupazione destinata a chi si sia trovato senza lavoro dopo la riforma Fornero – sarà destinato lo sgravio fiscale come annunciato dal premier.
Un colpo elettorale davvero grosso a soli dieci giorni dal voto, dunque, che va ad allargare la già folta platea di coloro che percepiranno gli 80 euro al mese garantiti dal governo, nonostante le perplessità espresse dall’elaborazione dei ragionieri del Senato. Anzi, a dare manforte all’iniziativa del governo, è arrivata la circolare delle Entrate, che ha ampliato inaspettatamente i destinatari dell’acconto in busta paga.
Come noto, a partire dal 27 maggio – dunque, 48 ore dopo le elezioni europee – sarà erogato l’aumento in busta paga, fino a ieri destinato unicamente a lavoratori dipendenti al di sotto dei 24mila euro – con riduzione entro i 26mila – ma, da oggi, a questi si aggiungono anche i soggetti percettori di Aspi o in cassa integrazione.
Rimangono esclusi, invece, gli incapienti, ossia coloro che, avendo maturato un reddito al di sotto degli 8mila euro annui, non sono soggetti all’imposizione dell’Irpef.
Altre novità contenute nella circolare delle Entrate, riguardano il salario di produttività, che rimane ufficialmente fuori dai dati che concorrono alla creazione del reddito calcolato per la percezione del bonus. In aggiunta, andrà invece inserito nel computo del reddito personale inerente la detrazione Irpef, l’eventuale affitto da cedolare secca a canone concordato che il contribuente potrebbe percepire.
Nei giorni scorsi, le polemiche sul benefit in arrivo dal governo avevano riguardano la pubblicazione di un cedolino della Pubblica amministrazione, con l’incremento annunciato. Secondo qualcuno, gli 80 euro sarebbero lordi. QUI TUTTO SUL CEDOLINO
Oggi si è concluso, intanto, il termine per la presentazione degli emendamenti al Senato e sono quasi 800 le proposte di modifiche al decreto Irpef, che contiene le disciplina dei famosi 80 euro. A due settimane dalla concessione del bonus, dunque, da una parte governo e fisco cercano di fare chiarezza, ma dall’altra il testo di legge è ancora in altissimo mare.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento