La comunicazione istituzionale: messaggi pubblici e democrazia nella PA

Lo Stato, per essere considerato realmente democratico dovrebbe sempre avvalersi di una comunicazione adeguata in considerazione di quelle che sono le esigenze dei suoi cittadini, motivo per il quale una corretta comunicazione è fondamentale per una moderna democrazia.

La comunicazione pubblica deriva dallo sforzo delle amministrazioni di rendere chiaro e comprensibile il significato di ciò che si vuole comunicare, e quindi del proprio messaggio, nei confronti di tutti coloro che appartengono alla sfera pubblica e sociale, che siano essi semplici cittadini, enti, associazioni, ecc.

Come in qualsiasi scambio comunicativo non potrà mai esserci una buona comunicazione pubblica se viene a mancare il cosiddetto “role taking”, che equivale al tentativo di immedesimazione del soggetto comunicante in coloro che sono i fruitori del messaggio, ovvero i riceventi.

Inoltre la comunicazione pubblica necessita di una particolare qualità, cioè dev’essere attivabile in maniera bilaterale, ovvero in entrambe le direzioni dello scambio comunicativo: è importantissimo non soltanto saper parlare ma anche saper ascoltare. Quest’ultimo particolare consente di evidenziare il motivo per il quale non esiste comunicazione senza alcuno scambio di informazioni.

La comunicazione pubblica viene adoperata dalle istituzioni in quanto comunicazione del patrimonio pubblico, essa nasce con l’avvento della democrazia parlamentare e lo sviluppo del processo di differenziazione che ha determinato la suddivisione tra diverse figure di tutti quei compiti e quelle funzioni che un tempo spettavano al sovrano assoluto.

Questa tipologia di comunicazione si è affermata in un periodo piuttosto recente rispetto alla “comunicazione” intesa in termini più generici, che invece risale ad un’epoca molto remota.

Innanzitutto per poter distinguere i diversi tipi di comunicazione bisogna considerare che, all’interno del vastissimo territorio su cui questa “dottrina” si estende, considerando i molteplici ambiti e le numerose discipline che vi ruotano attorno e che ne hanno fatto oggetto di studio, è possibile effettuare una prima scrematura distinguendo e mettendo in evidenza quelli che sono gli  “attori della comunicazione”, ovvero gli interlocutori che partecipano allo scambio comunicativo. In realtà non ha molta importanza conoscere il numero  di interlocutori, al contrario invece è essenziale conoscere la categoria a cui essi appartengono poiché sulla base di questa caratteristica varieranno, di conseguenza, tutti gli altri strumenti che determinano il processo comunicativo.

E’ importante tenere in considerazione che nello scambio comunicativo ciò che viene trasmesso non deve necessariamente riguardare informazioni verbali ma anche contenuti di altro tipo come ad esempio stati d’animo, emozioni.

Come affermò Paul Watzlawick, il più famoso tra gli studiosi della Pragmatica della comunicazione umana, ovvero la scienza che studia gli effetti della comunicazione sul comportamento degli esseri umani, “non si può non comunicare”: è impossibile, dunque, evitare che si instauri uno scambio comunicativo poiché ciascun comportamento, anche involontario, ha il valore di oggetto portatore di comunicazione. Tutto ciò che ci circonda appartiene alla categoria del messaggio, possiede cioè delle caratteristiche, innate o sviluppatesi con il passare del tempo, che forniscono, sia volontariamente che involontariamente, una grande quantità di informazioni e di conseguenza crea nei confronti di chi riceve quel determinato messaggio una reazione ed il ricevente, a sua volta, risponderà comunicando ulteriori informazioni e così via nel flusso interminabile di dati che viene appunto chiamato “comunicazione”.

Secondo il modello di Jakobson, grande esperto di Teorie della comunicazione, il processo comunicativo deve comprendere un soggetto emittente, colui che trasmette il messaggio, un soggetto ricevente, ossia colui che fruisce il messaggio, un contenuto, che coincide con il messaggio stesso, un referente, cioè l’argomento su cui si basa il messaggio, un codice, ovvero il linguaggio che viene utilizzato per comunicare ed un canale, che equivale all’elemento fisico mediante il quale il messaggio viene trasmesso.

Tutti gli elementi sopraelencati varieranno al variare del tipo di comunicazione a cui si darà vita, ma rimane sempre di base la caratteristica che rappresenta il fattore chiave di uno scambio comunicativo, ovvero l’intenzionalità, sempre presente sia che si consideri la comunicazione verbale che quella non verbale.

La comunicazione assume, inoltre, svariate forme a seconda degli strumenti utilizzati, un esempio è dato dalla scrittura che rappresenta un’ampia categoria sviluppatasi più recentemente rispetto all’oralità che, al contrario, appartiene agli esseri umani sin dalla loro nascita.

La comunicazione scritta si è affermata con il passare dei secoli ed ha prodotto dei notevoli cambiamenti, sia positivi che negativi, nel mondo della comunicazione e nella realtà sociale in cui l’uomo vive.

Le trasformazioni che sono scaturite dall’avvento della scrittura sono riconducibili a differenti fattori tra cui innanzitutto il fatto che mentre la comunicazione verbale viene considerata una prerogativa di tutti di quella scritta non si può dire lo stesso, poiché non tutte le persone possiedono le stesse capacità fisiche ed intellettive e non tutti gli esseri umani hanno avuto le stesse possibilità di crescita e di apprendimento. Inoltre con il passare del tempo l’uomo ha creato diversi strumenti che gli hanno permesso di migliorarsi e crescere sia a livello personale che sociale e lo scenario di fronte al quale ci troviamo al giorno d’oggi riassume tutto ciò che è stato creato nel corso dei secoli fino ad arrivare alle nuove tecnologie ed agli aspetti sia positivi che negativi che le contraddistinguono.

(Segue)

Clementina Rosina

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