Innanzitutto, infatti, il disegno di legge Delrio, nella versione in cui è uscito dalla Camera a fine 2013, non è certo il provvedimento che cancella definitivamente le Province. Anzi, nello specifico, esso è stato ribattezzato lo “svuota Province”, poiché le libererà delle funzioni più pesanti, in attesa di una ridefinizione complessiva dei livelli di governo.
Tutto ciò, però, è vincolato alla decisione che verrà presa dalla Prima Commissione di palazzo Madama, che, per assicurare l’ok definitivo al disegno di legge, dovrebbe varare il testo in queste ore senza ulteriori modifiche, in pratica facendo automaticamente decadere ben 4mila emendamenti in attesa di essere esaminati.
Negli ultimi giorni, infatti, dalle parti del governo si è voluto imprimere un’accelerazione all’iter di approvazione del ddl, visto che, nei prossimi giorni, dovrebbero essere convocati i comizi elettorali per eleggere i nuovi consigli provinciali, i quali, invece, dovrebbero essere eliminati dalla riforma che reca il nome dell’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Secondo l’impianto del disegno di legge, infatti, a costituire le future giunte provinciali, dovrebbero essere i sindaci dei territori coinvolti, anche se, nello specifico, in alcune aree dovrebbero sorgere le nuove Città metropolitane.
A questo proposito, la Sicilia, che ha anticipato i tempi creando i consorzi di Comuni al posto delle vecchie Province, attende più di tutte le altre regioni di conoscere il destino degli enti ormai destinati alla sparizione, così come tutta Italia quando il ddl sarà ufficialmente in vigore.
C’è, poi, da aggiungere il nodo dipendenti: una volta che la Provincia verrà svuotata delle competenze, che fine faranno le aree, i dirigenti e tutti gli uffici preposti alla gestione delle funzioni amministrative degli enti provinciali?
Infine, c’è la doppia bocciatura inflitta dalla Corte dei Conti che ha sottolineato come l’intervento sulle province non produca un reale risparmio per le casse dello Stato, arrivando, anzi, a creare confusione amministrativa, principalmente nel periodo di transizione.
Per la discussione del ddl Delrio, sono in calendario, tra oggi e domani, ben 11 ore di dibattito in Senato. L’ok al provvedimento dovrebbe arrivare entro le 18 di domani sera: anche se, su quello che succederà poi, gravano ancora parecchi dubbi.
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